Termovalorizzatore, Bucci apre su Scarpino Ma resta anche valida l’ipotesi Val Bormida

Valentina Carosini
In piena emergenza genovese, il tema della gestione dei rifiuti e dell’impiantistica mancante torna al centro dell’agenda ligure. Dopo anni di discussioni e soluzioni provvisori con il conferimento fuori regione, che incide su costi e tempi di trasporto, il baricentro delle politiche di gestione dei rifiuti torna a centrarsi su Genova. Nelle scorse ore è stato il presidente della Regione Liguria Marco Bucci ad aprire alla possibilità di realizzare un nuovo impianto all’interno dell’area genovese di Scarpino. Un termovalorizzazione, nelle ipotesi una struttura di dimensioni più contenute rispetto a quanto previsto dal bando dell’Agenzia regionale dei rifiuti, che servirebbe a traguardare almeno l’obiettivo iniziale, tenendo insieme sostenibilità ambientale, costi di gestione e necessità di ridurre il conferimento fuori regione, verso gli impianti di Lombardia e Piemonte.
Dopo le ipotesi che avevano preso in considerazione anche la Val Bormida per la collocazione di un impianto ora si torna a guardare a Genova, dove con la precedente amministrazione ci si era fermati ad un primo parziale via libera all’utilizzo di Scarpino. Tema complesso e che non incontrerebbe sulla carta e da programma il favore di tutte le anime dell’attuale maggioranza, la giunta è chiamata però a trovare una soluzione rapida ad un problema di gestione dei rifiuti in città, acuito dai temporanei problemi in queste settimane di ritiro e stoccaggio mentre le strutture fuori regione non ricevono, rallentando la macchina sul territorio genovese.
Mentre lunedì in comune a Genova è previsto un vertice di maggioranza sul tema, il tema di un impianto ligure resta sul tavolo, con la Regione ancora in attesa da mesi di manifestazioni di interesse da parte di comuni disposti ad accogliere l’infrastruttura. La struttura era tra gli obiettivi prioritari regionali sul fronte della gestione dei rifiuti fin dallo studio commissionato al Rina dall’Agenzia regionale dei rifiuti che aveva portato all’individuazione di 5 macro-aree regionali considerate papabili. Tra queste Scarpino, l’ipotesi Valle Scrivia, Vado Ligure-Quiliano, Cairo Montenotte o Cengio.
Bucci ieri ha chiarito che proprio a Scarpino, l’idea di un impianto anche più piccolo, tarato non sulle 320 tonnellate di rifiuti trattabili ma entro le 200, sarebbe fattibile «Noi siamo pronti, le aziende sono pronte, Amiu è pronta, e appena abbiamo l’ok da un sindaco, noi andiamo avanti», ha detto Bucci. Aggiungendo che ad ora sono diverse le piste aperte, «possibilità a Genova e nella città metropolitana di Genova, in provincia di Savona, inclusa la Val Bormida, ma non solo. Quindi penso che si possa fare un bel lavoro». Lunedì si valuteranno le ipotesi, in un confronto di maggioranza a Genova. Ma «al di là della posizione politica su questo tipo di opere – sottolinea la sindaca Silvia Salis – c’è la tenuta del sistema, delle nostre municipalizzate e un senso di responsabilità che alla fine bisogna avere nel trovare delle risposte». —
