Strada privata, il sindaco a processo


L’inchiesta 
Silvia Campese / savona
Il sindaco di Cairo, Paolo Lambertini, insieme agli altri quattro imputati (Filippo Serafini, Susanna Pelizza, Maurizio Lo Faso e Anna Ferrando), sono stati rinviati a giudizio dal giudice Alessia Ceccardi, ieri in tribunale a Savona, per il “caso” Ferranietta. L’ipotesi d’accusa è l’utilizzo di fondi pubblici, della Comunità Europea, per sistemare una strada privata nel parco dell’Adelasia. Una vicenda complessa, in cui sia il sindaco Lambertini, difeso dall’avvocato Danilo Coppola, sia gli altri imputati, hanno sempre difeso e ribadito la correttezza del proprio operato, effettuando azioni «alla luce del sole». Per questo nessuno di loro ha avanzato, tramite i legali, la richiesta di patteggiamento o di rito abbreviato. Se la giocheranno nel dibattimento. 
Il giudice ha deciso per il rinvio a giudizio (il processo sarà il 29 gennaio, davanti al giudice Giannone). Una decisione avvenuta anche alla luce di una nuova perizia tecnica, firmata dall’architetto Eugenio Turrin. Nel documento si legge che la domanda di finanziamento europeo, formulata dal Comune di Cairo, «rappresenta un palese tentativo volto a dissimulare la connessione di adeguamento dei lavori della strada di Ferranietta con le finalità, previste dalla misura europea, quando queste finalità erano del tutto assenti e assolutamente indimostrate, preordinate solo all’indebito conseguimento del contributo economico, con finalità del tutto estranee al progetto di filiera». 
Un contributo pubblico, quindi, per un intervento che non avrebbe tali caratteristiche. Tesi confutata dagli avvocati di Lambertini, del genero Filippo Serafini (avvocato Rosanna Rebagliati), dell’ex responsabile dell’ufficio tecnico cairese Susanna Pelizza (seguita dallo studio Foti), del funzionario del Comune Maurizio Lo Faso (Foti) e di Anna Ferrando (avvocato Andrea Frascherelli), che aveva elaborato il progetto con Serafini poi donato gratuitamente al Comune di Cairo.
Presenti in aula, ieri, gli avvocati delle parti civili: si tratta di Fulvio Briano, ex sindaco, rappresentato da Eleonora Infelise, e di Giorgia Ferrari, avvocato Luca Morelli. «Fino ad ora è emerso un uso improprio della “cosa pubblica” – ha detto Infelise -. Attendiamo di vedere se il tutto sfocerà in una condanna penale. Ricordiamo che Regione Liguria, intanto, ha chiesto al Comune di restituire il contributo di 244 mila euro, senza attendere l’esito penale. Insieme al capogruppo della lista “Più Cairo”, Briano, abbiamo valutato la presentazione in consiglio di una mozione in cui si chieda di eliminare o aprire la sbarra nella strada».
Un commento, ieri, anche da Giorgia Ferrari. «Speriamo per il bene dei cairesi – ha detto – che il sindaco Lambertini e gli altri imputati possano dimostrare la loro innocenza evitando così di far restituire al nostro Comune, che rappresentiamo come parte offesa, 244 mila euro di contributi pubblici europei. Toccherà a Lambertini valutare se avrà la serenità necessaria, nonostante il processo, per amministrare il Comune sino a fine mandato nel 2027. Purtroppo il rinvio a giudizio ha confermato i dubbi che avevamo espresso su questa vicenda e che avevano portato all’indagine della Procura Europea e dei Carabinieri Forestali». —