
Per il consigliere regionale del Carroccio “non possiamo continuare a mettere i rifiuti sotto terra” e “spinge” sull’impianto
Se abbiamo un problema energetico e se con la chiusura del ciclo dei rifiuti è possibile generare 300 megawatt di energia elettrica, la provincia di Savona è pronta a rinunciare a un’attività di questo tipo? Se è pronta a rinunciare, chi vuole farlo lo dica”.
Il consigliere regionale Paolo Ripamonti ha parlato chiaro alla platea dell’Assemblea dell’Unione Industriali del 22 settembre. Molte industrie del territorio sono altamente energivore, come quelle del vetro o di altre manifatture, e un impianto di termovalorizzazione dei rifiuti permetterebbe di avere l’energia necessaria. E Ripamonti è partito dalla richiesta di Sambin, fatta alla politica, di fare “scelte coraggiose” anche se all’appuntamento elettorale potranno essere penalizzanti.
Entro lo scorso giugno Regione Liguria avrebbe dovuto pubblicare una manifestazione d’interesse per la realizzazione dell’impianto, che dovrebbe essere costruito con il project financing, un partenariato pubblico-privato. Ma ad oggi non ci sono novità per l’impianto che dovrà smaltire 320mila tonnellate di rifiuti all’anno.
C’è bisogno di avere un Comune che intenda ospitare sul proprio territorio l’impianto (per ora nessuno si è fatto avanti) per cui sono stati identificati i siti nelle zone di Cairo Montenotte, Cengio, Vado Ligure, Valle Scrivia e Valpolcevera-Scarpino (area sulla quale ci sarebbero state delle aperture da parte del sindaco di Genova Salis).
E le parole di Paolo Ripamonti, in quanto subcommissario di Funivie che ha a disposizione una vasta area industriale, assumono un significato particolare.
“Io non posso imporre nulla a questa provincia – ha proseguito Ripamonti – e non l’ho mai fatto, ma quanto abbiamo fatto su questo tema è un confronto costruttivo. Ci sono 36 impianti in tutta Italia, alcuni in fase di nuova realizzazione o di raddoppio; in Liguria non ce ne sono. Penso che questa merce che si chiama rifiuto dobbiamo smettere di metterla sotto terra”
