Italiana Coke, è il giorno della verità Oggi vertice all’Unione industriali

MAURO CAMOIRANO
CAIRO M.
Italiana Coke, il giorno della verità. Oggi, alle 14, all l’Unione Industriali di Savona, il confronto tra azienda e sindacati che sarà occasione anche per fare chiarezza sulla girandola di voci che stanno circolando sulla cokeria.
Voci nate e magari ingigantite ad arte, per vari motivi, sia prettamente locali che politici, ma anche collegati al clima di sospetti e dubbi sul futuro termovalorizzatore. O segnali di una crisi, di cui c’è da capire la gravità.
Per il sindaco di Cairo, Paolo Lambertini, che ha recentemente incontrato i vertici aziendali, tanto clamore per nulla: «Quello che sta attraversando Italiana Coke è un momento di flessione dei mercati, e di conseguenti minori vendite, come ce ne sono già stati in passato, al quale l’azienda sta reagendo con una politica più conservativa e di riduzione dei costi, diminuendo la produzione e adoperandosi con propri dipendenti a mansioni che prima erano esternalizzate. Una flessione che non significa, però, criticità nel medio o lungo termine, volontà a disinvestire, o un ridimensionamento dell’attività».
Insomma, nulla di nuovo.
Per altri, invece, la giacenza di prodotto nei parchi, nonostante una politica di diminuzione della produzione, passata da 120 ad 80 infornate, sarebbe un segnale di una crisi più profonda, figlia di una diminuzione delle richieste per la flessione generale del mercato del coke, ma non solo. Allo stesso modo, la drastica diminuzione di addetti di ditte storicamente legate alla cokeria, per quanto riguarda manutenzione e trasporti, sarebbe un altro segnale inquietante, dovuto probabilmente, per quanto riguarda la manutenzione, ad una politica di riduzione di costi, ma a cui si accompagnerebbe anche qualche problema sui crediti vantati da tali ditte. Situazione che si allargherebbe anche ai crediti pregressi vantati da Funivie. Ma, su tale scenario nessuno ha voglia di parlare.
Nè aiuta l’atteggiamento della cokeria, del resto storicamente poco portata ai rapporti con il territorio, che si trincera dietro un totale no comment, mentre sarebbe altrettanto facile, nel caso, smentire seccamente tali voci.
La nuova stretta sui parametri ambientali, a cui più volte ha fatto riferimento negli ultimi tempi il sindaco di Cairo Lambnertini, potrebbe poi essere un altro elemento, secondo alcuni, che appesantirebbe la situazione.
Ma un altro campanello, se non di allarme, almeno di attenzione, è l’atteggiamento dello stesso sindacato, che si chiude a riccio. Persino protagonisti della vita sindacale solitamente inclini ad intervenire spesso su vari argomenti inerenti non solo alla vertenze sindacali in sé, ma al corollario politico, produttivo, infrastruturale che vi ruota intorno, passano la palla in attesa dell’incontro di oggi: «Con il segretario di categoria e i delegati della Rsu abbiamo deciso di non rilasciare alcun tipo di dichiarazione in attesa dell’incontro con l’azienda». E quando il sindacato tace qualcosa significa sempre. Ma per capirlo occorrerà attendere oggi. —
