
La Valle Bormida non è una discarica. Non lo è mai stata e non lo sarà mai.
Eppure qualcuno continua a insistere sull’ipotesi di piazzare qui un inceneritore, ribattezzato con nomi rassicuranti come “termovalorizzatore”.
Cosa vogliono imporci
Un impianto da 500 milioni di euro, pensato per bruciare rifiuti non solo locali ma importati da Genova e dalla Liguria. Con un indotto praticamente inesistente: il Gerbido di Torino – quasi il doppio delle dimensioni – dà lavoro a 40 persone. In cambio avremmo:
- più TARI (altro che risparmi!)
- ceneri tossiche da smaltire altrove
- svalutazione delle case
- danni irreparabili al turismo, all’agricoltura e ai nostri vigneti.
I Sindaci si schierano
Il 20 febbraio 19 Comuni della Val Bormida hanno firmato un documento di contrarietà. Ad aprile anche il Consiglio comunale di Cairo Montenotte ha votato un ordine del giorno NO INCENERITORE.
Un atto forte che rende chiaro a tutti: il territorio è compatto.
🎭 La politica regionale prende tempo
L’assessora all’Ambiente di Genova, Silvia Pericu, parla di valutazioni ambientali e di economia circolare, ma lascia aperta la porta al “necessario completamento del ciclo dei rifiuti”.
Dall’altra parte, esponenti come Francesco Maresca (FdI) invocano il modello Copenaghen, con tanto di piste da sci sul tetto. Peccato che qui non siamo a Copenaghen, e la Val Bormida ha già pagato un secolo di veleni.
E non mancano pressioni in direzione opposta: il consigliere regionale Paolo Ripamonti (Lega) ha dichiarato che “non possiamo continuare a mettere i rifiuti sotto terra” e che un impianto in provincia di Savona permetterebbe di produrre fino a 300 megawatt di energia elettrica, garantendo approvvigionamento a industrie energivore come quelle del vetro. In sostanza: se Savona rinuncia a questa occasione, deve assumersene la responsabilità politica.
Un messaggio che pesa come un macigno e che conferma quanto la Regione stia cercando di spingere, a parole, verso la costruzione dell’impianto.
💣 I numeri veri
Il “modello” Gerbido di Torino nel solo 2016 ha prodotto:
- 113.000 tonnellate di ceneri tossiche (il 25% dei rifiuti bruciati!)
- 8 milioni di mc di metano consumati
- 1 miliardo di litri d’acqua di falda prelevati.
Altro che energia pulita: è un polverizzatore di salute e risorse.
🌱 Le alternative esistono
Il CRRM (Centro Raccolta & Remunerazione Materiali) propone un modello diverso: raccolta differenziata reale oltre il 90%, cittadini premiati per il conferimento corretto, meno rifiuti indifferenziati, più riciclo, meno costi.
L’inceneritore è un’arma di distruzione del futuro.
La Valle Bormida non deve subire l’ennesima scelta calata dall’alto.
I sindaci, i cittadini, i comitati hanno già deciso: NO, senza se e senza ma.
👉 La battaglia è appena iniziata: restiamo uniti, diffondiamo informazione, smascheriamo bugie e difendiamo la nostra terra.
