“Colpiti di nuovo da un drone” Poi la Flotilla prende il largo da Tunisi

Francesca Del Vecchio
Un altro attacco alla Global Sumud Flotilla. Il secondo in appena 24 ore. Sempre nel porto di Tunisi, dove le imbarcazioni provenienti da Barcellona si erano fermate alcuni giorni per rifornimento in attesa della partenza delle barche dalla Sicilia.
Dopo il primo episodio sulla Family Boat, nella notte tra martedì 9 e mercoledì 10 settembre una seconda imbarcazione, la Alma, è stata colpita da un drone mentre si trovava ormeggiata a Sidi Bou Said. Nell’impatto con il ponte, l’ordigno arrivato a fortissima velocità dall’alto ha causato un incendio, che però è stato immediatamente domato dall’equipaggio. Nessun ferito, assicurano gli organizzatori. Ma si tratta pur sempre di un secondo attacco in acque territoriali tunisine, che non ha ancora spiegazioni chiare. E soprattutto mentre la flotta è ancora ferma. Anche se nei video diffusi dagli organizzatori si vede un oggetto proveniente dal cielo cadere sul ponte principale della nave. Secondo la Bbc, che – video alla mano – ha interpellato alcuni esperti di armi, si tratterebbe di una granata. NR Jenzen-Jones, direttore di Armament Research Services, ha precisato che le caratteristiche del dispositivo sono «comuni ma non esclusive di alcuni modelli di granate a mano israeliane». Ed è «noto che le forze israeliane hanno utilizzato munizioni incendiarie lanciate da droni già in precedenti occasioni», spiega. E per smentire le ipotesi circolate di un incendio provocato da una sigaretta o da un razzo di segnalazione, i membri dell’equipaggio hanno recuperato e mostrato il dispositivo elettronico carbonizzato a bordo dopo l’attacco. L’immagine postata sui canali social della Flotilla ha fatto il giro del mondo destando anche preoccupazioni tra quanti partiranno oggi pomeriggio da Siracusa, dove è previsto anche un presidio di saluto alle barche alla Marina di Ortigia. «Mentre è in corso un’indagine approfondita, il ritrovamento di questo dispositivo rappresenta un’ulteriore conferma che la nave è stata deliberatamente presa di mira», evidenzia il collettivo da Tunisi, ribadendo tuttavia che «la missione per rompere l’assedio di Gaza prosegue senza esitazioni». E infatti, la missione è ripartita ieri alla volta di Gaza nonostante le condizioni di vento forte.
Per la portavoce italiana della Flotilla, Maria Elena Delia, si tratta di «una coincidenza curiosa che due barche della stessa flotta abbiano avuto episodi bizzarri» ma «sarà il governo tunisino a fare le indagini». Delia aggiunge che gli attivisti della missione italiana si sentono «concentrati e tranquilli» con le proprie coscienze. «Siamo solo civili che vogliono aprire un corridoio umanitario e navigheremo in acque internazionali, non dovremmo essere in pericolo, speriamo che il governo protegga i suoi cittadini».
Alza il livello d’allarme Arturo Scotto, deputato Pd in partenza con la Flotilla insieme alle colleghe europarlamentari Annalisa Corrado (Pd) e Benedetta Scuderi (AVS) e al senatore 5s, Marco Croatti. Per Scotto l’attacco è tanto più preoccupante proprio perché avvenuto in porto, mentre le barche erano ferme. «Siamo al secondo drone – dice –. E le imbarcazioni non sono ancora uscite dai porti. Inutile spiegare che lo scopo è fermare la missione umanitaria. Un fatto inaudito che deve spingere i governi a sostenere chi si mette in mare per Gaza».
