La frenata di Italiana Coke ” tsunami perfetto” sulla rete

LA “Società anonima Funivie Savona-San Giuseppe” si costituisce nel 1910, e la linea è attivata a regime nel 1912. La stazione di partenza, prevista dapprima in vicinanza della foce del Letimbro, venne poi fissata sul lato nord del bacino portuale. Impianto nato per portare il carbone dal porto di Savona a San Giuseppe e alla cokeria di Bragno, inizialmente non era però dedicato esclusivamente al carbone, ma le rinfuse variavano dal vetro al cemento al catrame alla loppa, ma anche legname e cotone. Nel 1926 iniziò il secondo periodo della struttura, caratterizzato dalla realizzazione del pontile di sbarco rapido alla stazione Miramare; e nel 1936, si rese necessario il raddoppio della linea aerea. 
Ma è negli anni duemila, con Claudio Burlando presidente della Regione, che si cambiò passo, con il progetto di concentrare nel Savonese la filiera del carbone. Intanto le Funivie hanno fatto parte del Gruppo Italgas come Società Funiviaria Alto Tirreno sino al 2002 quando la società cede le azioni al Gruppo Campostano amministra fino alla scadenza naturale della concessione governativa del 2005. Quindi le Funivie passano sotto la gestione diretta del Ministero delle Infrastrutture e Trasporti. Nel 2005 iniziarono anche i lavori del tunnel sottomarino e della galleria (per una lunghezza di 1100 m sotto il mare e 500 m sotto terra) per l’ambientalizzazione del trasporto. Nel 2008 le attività di ferrovia in concessione sono state affidate dalla nuova concessionaria Funivie S. p. A. del Gruppo Ascheri, proprietario anche della Italiana Coke, mentre il pontile di Miramare viene trasferito alla TAFS, Terminal Alti Fondali Savona, di proprietà della stessa Italiana Coke. 
Nel 2010 venne inaugurata la Darsena Alti Fondali realizzata dall’Autorità Portuale in modo da ospitare le super navi carboniere. Il controllo del gruppo Ascheri diventa predominante, tanto che Funivie ed Italiana Coke alla fine condividono lo stesso amministratore delegato. Iniziando a crearsi un cortocircuito, con l’azionista di riferimento che è anche maggior cliente e pure, però, il soggetto su cui Funivie vanta i maggiori crediti. Le premesse dello tsunami perfetto, con la crisi di Italiana Coke e il ricorso al concordato che si incrocia prima con il contenzioso con il Ministero, che porta a sospendere il rimanente contributo ministeriale; e quindi il blocco della linea per la frana nel novembre 2019. 
La storia recente non vede cambiamenti di rotta: Funivie Spa è stata prima messa in liquidazione; poi nel 2022 la revoca formale della concessione, con la gestione affidata al presidente dell’Autorità di Sistema portuale, Emilio Signorini, e quindi a Paolo Piacenza (che unisce il ruolo di commissario per la gestione e commissario per il ripristino). Poi il terremoto in Regione sotto il presidente Toti, e quindi la patata bollente passa prima all’ammiraglio Seno, come commissario, e a Ripamonti come sub commissario, e quindi al presidente Bucci, con sempre Ripamonti confermato sub commissario. 
Girandola anche di commissari per il ripristino, 3 in 4 anni: prima Roberto Ferrazza e poi Fabio Riva, quindi Vittorio Maugliani. Con Maugliani sembra che la vicenda si smuova, ma nel concreto non è così: c’è un progetto, e i lavori per il ripristino vengono assegnati, ma si arriverà alla rescissione del contratto e poi ad una serie di gare deserte e trattative senza frutto. I vagonetti rimangono fermi. M. ca.