
Contrari. I consiglieri comunali dell’ex 5S Livorno: “Ottima notizia per la democrazia. Se vincono i sì? Valuteremo cosa fare”. Ma il no sembra favorito
Luca de Carolis
Inviato a Livorno. L’hanno messo anche sui cartelloni davanti a un gran bel posto, villa Mimbelli, quel motto che vorrebbe raccontare una città: “Se vuoi fare come ti pare, vieni a Livorno”. Chissà se Giuseppe Conte lo conosce, lo slogan usato anche per pubblicizzare la mostra sul pittore Giovanni Fattori. Se ne è parlato molto, nel fortino rosso che solo i 5Stelle espugnarono, 11 anni fa, e da dove ora sempre loro, i fu grillini locali, hanno convinto – o costretto – Conte e il Movimento a far votare gli iscritti online sull’appoggio al candidato che non vorrebbero, ossia il presidente uscente della Toscana, il dem Eugenio Giani. Perché tra stasera e domani i circa 5mila iscritti toscani – cifra che filtra dai 5Stelle – decideranno se sostenere il dem. “C’è una grande frattura, era l’unico modo per uscirne”, ha certificato ieri pomeriggio l’ex premier in una diretta sui suoi social, spiegando: “Ho constatato nella riunione di lunedì con coordinatori e gruppi territoriali che i nostri sono ancora lacerati, dilaniati, perché veniamo da anni di opposizione in cui abbiamo avversato le politiche di Giani. Per noi è un grandissimo sacrificio. Così gli iscritti sceglieranno se andare in coalizione, ma solo con un accordo scritto sul programma, o se correre da soli”.
Non poteva andare diversamente, dopo la riunione dove avevano fatto muro innanzitutto loro, i livornesi, assieme ai 5Stelle di Carrara, altra città dove il M5S aveva governato a dispetto della tradizione. “Presidente, se andiamo con il Pd in certe province faremo fatica a trovare i candidati per le liste” sono arrivati a dirgli. Conte ha preso atto: “C’è una lacerazione”. E ha calato come mediazione il voto degli iscritti: ma non dei gruppi territoriali come speravano i frondisti, ben sapendo che nella seconda ipotesi il no avrebbe stravinto. Ma i contrari sembrano comunque più forti, in queste ore. Di sicuro sarà ritorno al futuro, cioè alla votazione sul web (su SkyVote) che per i 5Stelle era abitudine. Strada obbligata per il Conte che invoca celerità sulla scelta dei candidati per le Regionali: “Diventa urgente dare risposte anche alla mia comunità”. Per poi ribadire il sì ad Antonio Decaro in Puglia – “ha le carte in regola, ma il Pd dia un segnale di chiarezza” – e assicurare: “Non ho sottoscritto patti con Vincenzo De Luca: ho detto che siamo disponibili ad assumerci la responsabilità di un rinnovamento senza una furia iconoclasta”. Ma ora è tempo di Toscana, anzi di Livorno. “Sono molto contenta di questa decisione, abbiamo ottenuto un buon risultato per la democrazia” rivendica con il Fatto Stella Sorgente, ora consigliera comunale, vicesindaca ai tempi in cui in Comune c’era Filippo Nogarin, il sindaco che ora è un convitato di pietra. Fa rumore con l’assenza, il Nogarin non più iscritto al M5S da anni. Lavora a Roma, e tace pubblicamente da tempo. C’entra l’amarezza per la condanna in primo grado per omicidio colposo per l’alluvione in città del 2017, in cui morirono otto persone.
Il Comune di nuovo a guida Pd provò a costituirsi parte civile nel processo (il giudice disse no). Schiaffo poco di prammatica, a un ex sindaco. Arriva anche da lì, la ferita che non si sana con i dem, nonostante Giani abbia accolto tanti punti di programma del M5S. Qualche settimana fa Sorgente e gli altri due consiglieri, Andrea Morini e Francesco Belais, avevano minacciato di auto-sospendersi in caso di accordo. Ora lei rispiega certe distanze: “Qui stanno stravolgendo tutto quello che avevamo fatto. La giunta ha approvato un piano strutturale che è uno scempio per il consumo di suolo”. Ma c’è una dinamica nazionale più ampia, no? “Io penso che si debba essere coerenti, e che Giani non possa diventare il suo contrario in un attimo”. Se vincesse il sì all’accordo, cosa farete voi livornesi? “Dovremo discuterne e valutare”. Davanti a un caffè in piazza Grande, il consigliere ed ex assessore Francesco Belais: “Non sono iscritto al M5S, e non potrò votare. Dopo la consultazione vedremo cosa fare. Però io sono un grande amico di Nogarin, e posso garantirle che su di lui e sulla nostra giunta c’è tuttora una damnatio memoriae. Dopo anni il sindaco Salvetti (Pd) continua ancora a dare la colpa a Filippo quando qualcosa non funziona”.
Se dite addio a Giani, complicherete la strada verso una coalizione nazionale… “Io sono per il campo largo, anzi spalancato, pur di battere le destre. Ma sul piano locale è diverso. Da assessore alla Cultura inaugurai un nuovo museo, e la Regione guidata dal Pd non mandò nessuno”. E adesso? L’ex senatore Gianluca Ferrara, coordinatore della provincia di Lucca: “Condivido in pieno la scelta di Conte di rimettere la decisione agli iscritti, ma mi aspetto che dopo tutti rispettino l’esito”. Fanno anche il suo nome come possibile candidato presidente… “Non sarei disponibile”. Ferrara saluta e va nella vicina Campiglia marittima, come ospite alla festa: “Uniti per un nuovo centrosinistra”. Sulla locandina, i simboli dei partiti che governano il Comune: Pd, Movimento, Avs, Più Europa e la lista Agorà. Un campo bello largo.
