Ogni anno arriva puntuale, il compleanno. Lo si aspetta da bambini con ansia, lo si ignora da adulti, lo si teme da anziani. Eppure, resta lì: una linea che segna il tempo, un appuntamento con se stessi.

Cos’è, davvero, un compleanno?
È un giorno qualunque che diventa speciale solo se decidiamo che lo sia. Un’occasione per guardarsi allo specchio senza filtri, per chiedersi “dove sono arrivato?”, “chi sono oggi?” e soprattutto “cosa voglio ancora diventare?”.
È uno stop nel flusso veloce della vita. Un momento per riconoscere il percorso, i passi fatti e quelli mancati, le scelte giuste e quelle da rivedere.

Festeggiarlo?
Sì, ma non (solo) con candeline e torte. Festeggiare un compleanno dovrebbe significare onorarciriconoscere il valore del tempo vissuto e dedicare qualche istante a ciò che conta. Le persone che ci vogliono bene, le passioni che ci accendono, i sogni che resistono.

C’è un lato positivo nel diventare maturi: si smette di inseguire tutto e si inizia a scegliere meglio. Si impara a dire “no”, a dedicare tempo a ciò che ha senso, a lasciare andare il superfluo. Si diventa più sinceri con se stessi, forse più esigenti, ma anche più liberi.

Perché il tempo – oggi più che mai – è la cosa più costosa che esista. Nessuno lo può comprare. Possiamo solo decidere come spenderlo. E ogni compleanno è un promemoria potente: vivere non è scontato, vivere bene è una scelta.

Buon compleanno a me, e a chi oggi decide di fermarsi un attimo a riflettere.
Perché crescere è un privilegio.
E il tempo, se lo riempi di senso, non fa più paura.

Lorenzo