Inceneritore, incontro degli ambientalisti mercoledì a Cairo

Mauro Camoirano
Cairo
Mercoledì, alle 20,30, alla Soms di Cairo, un incontro pubblico sull’ipotesi termovalorizzatore organizzato dalle associazioni ambientaliste. La riunione, dal chiaro titolo “Volete un inceneritore in Valbormida? Noi no!” è promossa da una serie di associazioni liguri e piemontesi, e le premesse sono riassunte così: «300 mila tonnellate di rifiuti l’anno; si brucerebbero in Val Bormida, nonostante i suoi Comuni virtuosi con una media di raccolta differenziata del 75%, soprattutto i rifiuti di Genova, fanalino di coda nella differenziata con il 47% (nella locandina è indicato 42%): basta alla speculazione e sfruttamento del nostro territorio”.
Parallelamente prosegue, però, il percorso “istituzionale” del tavolo tecnico organizzato in Provincia. Conferma, il sindaco di Cairo, Paolo Lambertini: «Dopo il confronto con il rappresentante del Ministero e con l’esperto dell’Istituto Superiore della Sanità, a breve incontreremo Legambiente. Poi anche i rappresentanti delle Regioni Emilia Romagna e Lombardia, dove simili impianti sono numerosi. Sarà utile sentire la loro esperienza diretta». Un esempio è il termovalorizzatore di Brescia, uno dei più grandi d’Europa, realizzato quasi 30 anni fa, e capace di ricevere 730 mila tonnellate di rifiuti, producendo il 70% dell’energia distribuita dalla rete di teleriscaldamento di Brescia ed energia elettrica per un fabbisogno totale di 200 mila famiglie. Sottolinea, infatti, Lambertini: «Al di là delle reazioni “di pancia” e delle strumentalizzazioni a prescindere, è necessario avere una visione attendibile, con tecnici qualificati, ma anche a 360 gradi, ascoltando tutti i pareri, per potersi esprimere sulla possibilità di un simile impianto. Questo è il primo step, al termine sarà opportuno organizzare un incontro pubblico. Invece, dove eventualmente fare tale impianto è un secondo step; e ribadisco per l’ennesima volta: se la quaità dell’aria a Cairo permane quella attuale non ci sono le condizioni per ospitare un simile impianto. Se ci saranno azioni, percorsi, provvedimenti, per migliorare la situazione ambientale cairese, allora siamo disposti non a dire sì, ma a sederci ad un tavolo per affrontare la questione. Se ciò non accadrà, rimane, invece, il no totale».
Probabilmente anche per questo la Regione, dopo il primo rinvio non ha ancora fissato una data per la pubblicazione della ricerca di manifestazioni di interesse. Per il resto, si sa che la “taglia” dell’impianto, 300 mila tonnellate, è stata calcolata sommando 260mila t/anno di rifiuto urbano, più 30 mila t/anno di scarti della raccolta differenziata energeticamente valorizzabili; e circa10 mila ton di rifuti speciali e rifiuti sanitari a rischio infettivo. L’investimento di oltre 500 milioni di euro, tempi di realizzazione circa 5 anni. —
