Albisola, nuove firme per chiudere il casello “Servono semafori e protezioni per i pedoni”

Massimo Picone
Albisola S.
Ad Albisola Superiore prosegue la lotta dei residenti e non solo per combattere in tutti i modi consentiti il traffico pesante diretto o proveniente al porto di Savona. Infatti, il casello autostradale è l’unico lungo la Riviera situato nel centro di un paese, tutti gli altri sono dislocati lontano dall’abitato sia guardando a levante sia a ponente. Forse il meno periferico è quello di Genova-Pegli.
Alcuni membri del comitato «Corso Mazzini Sicura», sono stati già ricevuti un paio di volte in Prefettura dal Vicario Alessandra Lazzari. «Di fronte ai molti problemi emersi per la conclusione dell’Aurelia Bis, non è esclusa una nuova raccolta firme estremamente provocatoria. Il quesito potrebbe essere: “Sei d’accordo sulla chiusura totale del casello autostradale, perlomeno finché non verranno terminati gli interventi della nuova tangenziale con il relativo ribaltamento della stazione le cui corsie sarebbero ruotate nel verso opposto a quello attuale, ossia sul lato del torrente Sansobbia, in modo da collegarsi direttamente, con una nuova bretella, alla tangenziale in costruzione? ” ».
«La risposta dalla Prefettura e dalle istituzioni è stata sempre la stessa: “non esistono strade alternative”. In pratica nessuna nostra richiesta è stata esaudita. Tranne garantire la presenza fissa di alcuni agenti della polizia locale al mercoledì, ossia nella mattinata nella quale si svolge il mercato ambulante settimanale proprio in alcune traverse che confluiscono in corso Mazzini – spiega Flavio Beltrami, uno dei fautori del Comitato –. Fra l’altro, al Palazzo del Governo, avevamo anche presentato una relazione scritta dal direttivo della Croce Verde che evidenziava le difficoltà dei militi al volante delle ambulanze a fornire servizi di urgenza. Qualcuno, inoltre, ha fatto notare che Alassio pur senza avere una stazione autostradale nel suo territorio (come Cogoleto, ndr.) , resta ugualmente una meta turistica d’eccellenza». Il Comitato non consegue una linea politica. Si tratta solo di un nutrito gruppo di cittadini esasperati di cui fa parte anche Giuseppe Siri vedovo di Ilvana Giusto, morta nell’aprile 2018, a 71 anni di età, schiacciata da un autotreno spagnolo diretto al capoluogo, mentre attraversava le strisce pedonali all’incrocio tra corso Mazzini e la rotonda di piazza Dante, davanti all’edicola.
Il M5S, per voce della capogruppo Stefania Scarone, chiede «all’amministrazione comunale l’installazione immediata di semafori intelligenti e passaggi pedonali rialzati e illuminati, per proteggere chi attraversa la strada; un piano serio di riduzione del traffico pesante, con controlli e limitazioni agli orari di transito di camion e pullman turistici; il monitoraggio costante della qualità dell’aria e interventi per contenere l’inquinamento e l’immediata messa in sicurezza e manutenzione del corso, senza attendere improbabili fondi miracolosi da parte di enti terzi». —
