
Sul palco Fratoianni e Bonelli (Avs). Dal Pd una delegazione. Il dem Boccia: “Tanti i punti in comune”
Luca de Carolis
Dietro il palco l’avvocato si tocca il ciuffo, circondato da parlamentari che non sorridevano così dai tempi delle Politiche di tre anni fa. E può dirlo con il tono di chi ha vinto: “Oggi il Movimento allarga il raggio del suo messaggio, questo è il primo pilastro di un’alternativa di governo”. In un pomeriggio di sole e folla nella Roma che si affaccia sui Fori, Giuseppe Conte celebra il ritorno al futuro dei 5 Stelle. Perché con il suo corteo contro il riarmo, un fiume di bandiere, striscioni e kefiah palestinesi che mette assieme a occhio tra le 40 e le 50 mila persone, il M5S si (ri)prende un pezzo di mondo alla sua sinistra, e in parte sono porzioni di società che già nel 2014 un uomo lontanissimo da Conte come Gianroberto Casaleggio provò ad avvicinare al Movimento citando Enrico Berlinguer dal palco di piazza San Giovanni, come nume tutelare del M5S. Un’era geologica dopo, tanta sinistra radicale – o semplicemente delusa – marcia assieme ai 5 Stelle contiani, quelli “progressisti ma indipendenti”. Ed è valanga, inattesa anche per gli organizzatori, che alla vigilia puntavano alle 15 mila presenze. Invece sul palco in via dei Fori Imperiali Conte può esagerare: “Siamo in 100 mila”. Cifra chiaramente abnorme. Ma sono comunque decine di migliaia, i pacifisti. Così aprendo la manifestazione Paola Taverna può infierire dal microfono su Carlo Calenda: “Qualcuno voleva cancellare il M5S. Ebbene, cancellate questa piazza!”.
Sberleffo prevedibile, vedendo il serpentone con le circa 1500 bandiere del M5S che sfilano accanto a quelle della pace e della Palestina. Ma ci sono anche i drappi con falce e martello di Rifondazione Comunista, che su via Cavour appende uno striscione “anti Ue e anti Nato”. Non è proprio la ricetta di Conte, e lui dal palco lo preciserà: “Questa Europa è debole, senza strategia, ma è la nostra Europa”. Ma conta quel serpentone, “il corteo della nostra identità” riassume Riccardo Ricciardi. Colmo però anche di non iscritti ai 5 Stelle. “Abbiamo riempito 17 pullman dall’Emilia Romagna, e tanta gente che ci è salita non è nostra” assicura l’ex parlamentare Michela Montevecchi. Anche per questo Conte lo sostiene su X: “Nasce una grande alternativa all’Italia del riarmo e dei tagli alla sanità”. Un messaggio contro Giorgia Meloni, certo, “perché oggi si rompe quella farlocca luna di miele che la premier ha costruito con una parte degli italiani con le bugie” teorizza l’avvocato. Ma pure un segnale di forza agli alleati ma non troppo del Pd, che si presentano con una delegazione “di alto livello” come rimarca l’eterno pontiere Roberto Fico al Fatto, capeggiata dal capogruppo in Senato Francesco Boccia e dal responsabile Enti Locali Igor Taruffi. Arrivano sul luogo della partenza, a pochi passi da piazza Vittorio, e un paio di manifestanti rumoreggiano. Ma la maggior parte della gente gli stringe le mani, magari con l’aggiunta di qualche battuta – “quel voto in Europa sul riarmo…” – e li esortano “all’unità”. Boccia giura: “Con il Movimento sono tanti i punti che ci uniscono”. Lui, l’avvocato, è conciso: “Sono contento che le principali forze di opposizione siano tutte qui”. Perché ci sono anche Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli, come oratori dal palco. Pd, M5S, Avs: è questo il perimetro delle opposizioni, chiedono a Conte? E lui: “Sono forze che dialogano in via privilegiata, ma ciò che conta è la piazza che chiede messaggi senza ambiguità”. Piazza tecnicamente di sinistra? Fratoianni sorride: “Lo è, anche in sostanza”. Accanto, Bonelli: “Quella del Movimento è un’evoluzione evidente”. Un bel pezzo del Pd è di altro avviso, ma in questo sabato il M5S pensa solo positivo.
Così Stefano Patuanelli assieme al figlio guarda il corteo, e sostiene: “Ci siamo aperti sempre di più alla società civile e la società civile sta venendo da noi”. Fico abbraccia Boccia e nel retropalco parla con i dem: presto dovranno ragionare nel dettaglio della sua corsa in Campania. Nell’attesa osserva: “Questo corteo ha una visione di società”. Passa l’ex ministro Alfonso Bonafede: “Sono qui da militante. Il centrosinistra? L’importante è darsi messaggi chiari”. Chiara Appendino bacia e abbraccia attivisti: “L’Italia spenda per curare, non per uccidere”. Chiude, naturalmente, Conte, che ricorda “il non bel risultato delle Europee”, cioè il disastro del 9,99%. “Ma abbiamo seminato bene, ed eccoci qui”. Eccoli, nella piazza della rivincita.

