Genova – Il 70% dei neet, ovvero i giovani tra i 15 e i 29 anni che non studiano e non lavorano, accetterebbero un impiego da 1.250 euro al mese su 40 ore a settimanali anche se la maggior parte di loro non ha idee precise su quale mestiere vorrebbero fare da grande. Non solo: quasi la metà di loro non ha conseguito un diploma e negli ultimi anni ha lasciato un lavoro, quasi sempre precario, con una motivazione generica e senza un particolare motivo. Sono questi alcuni dei dati e degli aspetti emersi da uno studio condotto da Cna Genova, Rotary Club Genova Nord e Università di Genova su un campione di neet residenti nella provincia di Genova. L’indagine sarà presentata oggi alle 16 nella Sala Bergamasco della Camera di Commercio di Genova.

Questa indagine tocca un problema della nostra società che riguarda molti dei nostri giovani – dice Barbara Banchero, segretaria generale di Cna Genova -. La cosa più importante è quella di trovare una soluzione per questi ragazzi in modo tale che possano trovare una loro collocazione nella società, a partire dal mondo del lavoro. Riteniamo – analizza – che il primo aspetto sul quale si debba intervenire sia quello di individuare questi ragazzi partendo proprio dal territorio dove abitano per poi costruire per ognuno di loro un percorso personalizzato. Solo cosi, con una grande attenzione che parte delle singole persone, da quelli che sono i loro problemi, le loro aspettative e i loro interessi, potremo ridurre al minimo il numero di quelli che vengono oggi definiti neet

Secondo gli ultimi dati Istat, in Liguria aumenta il tasso di inattività della popolazione in età lavorativa che sale al 28,8% dal 28,1%, dato legato a doppio filo ai dati sui neetche, nella fascia tra i 15 – 29 anni, solo in Liguria tornano ad aumentare dall’11,3 al 12,4% mentre nel Nord-Ovest calano dall’11 al 10,2% così come nella media nazionale (dal 16,1 al 15,2%). 

Nell’indagine condotto sui giovani che non studiano e non lavorano e che verrà presentata questo pomeriggio, emerge poi che più di un quarto del campione non riesce a immaginarsi un’emozione che rappresenti la sua situazione tra cinque anni. 

«Non dobbiamo pensare a questi giovani come ragazzi tutti uguali ma come persone ognuno con le proprie esigenze e una propria storia. Il problema più difficile è trovarli e farli uscire fuori dalla condizione in cui si trovano. Ci stiamo lavorando con interventi sulla singola persona, su quelle che sono le aspettative ma anche le passioni che questi ragazzi hanno. Ma non è facile: in ambito universitario i neet possono essere paragonati a quegli studenti che sono iscritti ma non seguono le lezioni e non danno gli esami», evidenzia Enrico Di Bella, professore ordinario dell’Università di Genova del Dipartimento di Scienze politiche e internazionali. 

Sempre sul fronte della formazione e ricerca, auto elettriche e robotica per la movimentazione di frutta e verdura sono i temi di due progetti finanziati complessivamente con 418 mila euro nell’ambito dell’accordo di collaborazione firmato ieri dai ministri della Ricerca di Italia e Serbia. I due progetti, entrambi affidati all’Università di Genova, si chiamano E-Cosmos e AI-Agri-Han e ciascuno di essi è finanziato dal ministero dell’Università e della Ricerca oltre 209mila euro. L’iniziativa si colloca nell’ambito della collaborazione Italia-Serbia, che nei mesi scorsi ha visto il lancio di un bando da 2 milioni di euro per finanziare progetti congiunti di ricerca.