Savona – Il momento centrale intorno a cui ruota l’inchiesta della Procura è stigmatizzato in una precisa scena, emersa dalle intercettazioni ambientali. Siamo al terzo piano della Provincia. Claudio Sardo, il capo-cantoniere di Palazzo Nervi, accompagna Giuseppe Rizzi, amministratore della ditta Green di Bitonto (Bari) dal funzionario Andrea Tessitore. «Andiamo a prenderci un caffè?», propone Rizzi. «Sono incasinatissimo», replica Tessitore. Allora Rizzi si avvicina alla giacca del funzionario e gli infila una busta nella tasca. Per gli inquirenti è la mazzetta. La prova regina del malaffare.

Emergono nuovi, significativi dettagli dagli atti del pubblico ministero Luca Traversa e dall’ordinanza del gip Emilio Fois rispetto all’indagine sulle presunte tangenti. Cinque gli iscritti nel registro degli indagati: Rizzi e Sardo sono agli arresti domiciliari; Tessitore ha ricevuto l’interdittiva dai pubblici uffici (anche la sua compagna lavora nello stesso ufficio); nessun provvedimento per Giuseppe Degrecis della ditta DeGrecis Cosema di Bitonto e per Roberto Bottazzi, dipendente della Provincia.

I fatti risalgono al 2024: si tratta della gara d’appalto per lo sfalcio del verde nelle strade provinciali (12 lotti in totale). Le indagini della mobile, coordinate da Vito Innamorato, fotografano ogni singolo passaggio della presunta attività corruttiva e della turbativa d’asta. Negli atti sono riportati i dialoghi tra Sardo e Tessitore negli uffici di Palazzo Nervi. Sardo dice di avere fatto presente all’imprenditore Rizzi che potrà partecipare a un solo lotto di gara. «Eh…gliel’ho detto che ne può prendere uno solo – le sue parole a Tessitore -. Un solo lotto… Ma io vengo con un mio amico. Prende un lotto lui e uno io e facciamo “aumm aumm”». Dopo l’inserimento della busta nella giacca di Tessitore, è riportato poi un dialogo tra il funzionario e l’imprenditore. Rizzi dice di volersi aggiudicare due lotti e fa capire che farà partecipare al bando una seconda azienda (si tratta della De Grecis, di fatto con il ruolo di prestanome). Tessitore chiede a Rizzi se sarà questa a occuparsi dei lavori del secondo lotto. Rizzi risponde: «Questa azienda non verrà mai qui».

Di fatto, come emerso dalle indagini, sarà il personale della Provincia a svolgere il lavoro per cui è pagata la De Grecis. A questo punto, l’imprenditore chiede a Tessitore quale dovrà essere la percentuale di ribasso per aggiudicarsi la gara.

Il funzionario indica un range intorno al 24 per cento. Di fatto, Rizzi presenterà un ribasso ancora maggiore: 28,12 per cento. Mentre la De Grecis presenterà un ribasso pari al 28,21. Qui le indagini della Mobile si spostano a Bari. Attraverso l’ascolto di alcuni dipendenti delle due aziende emergerà come l’indicazione sia stata quella di presentare per la Green e la De Grecis ribassi quasi identici, limitandosi a invertire i decimali.

Si tratta, però, di un ribasso eccessivo, che richiede un attento controllo da parte dell’ente pubblico, la Provincia, chiamata ad accertare che vada a discapito della qualità dei lavori o della tutela del personale.

La soluzione arriverebbe da Tessitore: fa precisare nella documentazione di affido del bando che l’appalto non richiede giustificazioni «essendo il difetto (il ribasso di gara), contenuto». Una frase che, di fatto, giustifica l’affido. Rizzi e Degrecis vincono il bando per i lotti desiderati.

Nell’ordinanza del Gip affiora poi un altro punto interessante. Questa volta in un’intercettazione telefonica emerge un dialogo significativo tra il vicepresidente della Provincia e sindaco di Stella, Andrea Castellini, e ancora Tessitore. L’amministratore pubblico (è anche sindaco di Stella) si lamenta per la scarsa qualità del lavoro svolto dalla ditta di Rizzi. «Stanno lavorando da galera! Stanno riempiendo tutte le cunette con lo sfalcio. La gente se ne accorge e ci scrive delle mail per lamentarsi», dice Castellini richiamando il funzionario.

Diverso, infine, il ruolo di Bottazzi a cui viene contestato di avere certificato l’attività di «regolare esecuzione dei lavori» alla De Grecis, nonostante sarebbe stato al corrente che la ditta non sarebbe mai venuta sul territorio. Aspetti tutti ancora da chiarire.