
https://www.ilsecoloxix.it/liguria/2025/02/24/news/lite_eolico_progetti_proteste_residenti-15020103/
L’impatto ambientale per un’energia pulita fa discutere. Assemblea pubblica venerdì: “Così il paesaggio rischia di diventare irriconoscibile”
Chissà se scrivendo “Un albero di trenta piani”, Adriano Celentano aveva intravisto anche il profilo di qualche pala eolica stagliarsi all’orizzonte. Come quelle di uno dei tanti parchi eolici già esistenti in Val Bormida o che devono ancora arrivare come nel caso del piano per il Bric Surite al quale si è opposto il Comune di Altare, insieme alla locale Croce Bianca e alla popolazione lanciando anche una petizione contro la realizzazione dell’impianto. Dopo aver raccolto più di 1300 firme cartacee, è ancora possibile aderire a quella online. In quella zona, ci sono almeno un paio di pale eoliche che incrocio ogni volta che passo in bicicletta oppure vado a camminare nei boschi intorno al rifugio Cascina Miera. L’incontro col primo colosso avviene sul crinale in cui si intersecano le strade provenienti da Ferrania e Altare.
Lì, guardando la pala eolica da sotto in su, si prova una sorta di vertigine al contrario, la stessa che pare sperimentino coloro che si trovano per la prima volta al cospetto dei grattacieli di Manhattan.
In quel punto, però, in cui il cielo lo hanno solleticato sempre e solo gli alberi, fa un certo effetto osservare quelle turbine che ronzano (come un leggerissimo fischio), al cui confronto anche il più grosso e spavaldo di noi è un lillipuziano di Jonathan Swift. Fermandosi a prendere fiato dopo una salita in bicicletta, su quella cima da cui si può ammirare anche il mare in lontananza nelle giornate più terse, ora si ha la sensazione che quel gigante dagli artigli rotanti ti possa agguantare e sollevare per il colletto. Che qualcuno (solitamente distante) ci veda un Gulliver al servizio della comunità e qualcun altro (solitamente vicino) lo percepisca come un Polifemosenza rispetto alcuno per gli dèi e per gli uomini, nel dubbio è meglio stare all’erta come Ulisse.
Se da una parte, infatti, le aziende che producono energia rinnovabile parlano di sostenibilità, innovazione e valorizzazione del territorio, dall’altra c’è chi in quel territorio ci vive e quando sente odore di “best practices”teme l’ennesima devastazione di spazi verdi incontaminati.
Diventa legittimo, a questo punto, domandarsi se l’energia green non stia assumendo sempre più le sembianze della bella Maria, che tutti la vogliono ma nessuno la piglia.
Il dibattito ormai si consuma anche ai tavolini dei bar, tra i sostenitori del rinnovabile che portano ad esempio i Paesi nordeuropei, citando l’Olanda come nazione all’avanguardia in materia di energia rinnovabile (ma anche di serre, come tengono a sottolineare con rammarico i fiorai liguri), e chi, invece, lo vive come un sopruso della propria terra. Chi in Olanda ci è nato davvero e vive e lavora nel Savonese precisa che le pale, lassù nel loro paese di provenienza, sorgono lontano dalle case e, per giunta, sono pure più basse. E a volte anche in mezzo al mare.
Se in Olanda, che vanta la popolazione più alta del mondo, hanno le pale eoliche più basse delle nostre, sorge il dubbio, per chi voglia coglierne l’ironia, che alla base dei mastodontici parchi eolici nostrani ci sia un meccanismo di compensazione. «Il nostro territorio ha già dato tanto per le pale eoliche e per l’energia verde» ha affermato il sindaco di Altare, Roberto Briano, in un video apparso su facebook, «pertanto ci sembra sbagliato portare avanti un parco eolico di queste dimensioni», con altezze stimate intorno ai 200 metri. Il riferimento è alle pale, ancora virtuali, contenute nell’ultimo progetto presentato e ancora sulla carta, ma per quanto?
La protesta
Nella lettera aperta inviata dalla pubblica assistenza della Croce Bianca di Altare, inoltre, si legge che «La presenza del previsto Parco Eolico Bric Surite pone a rischio le sane abitudini di passeggiate nell’ultima zona di Altare che viene abitualmente frequentata da grandi e piccini» e si chiede, quindi, che il progetto venga cancellato anche alla luce di «considerazioni socio-sanitarie e nel rispetto delle tradizioni della comunità».
