
Niccolò Carratelli
ROMA
Chissà se a Donald Trump avranno riferito le lodi del suo vecchio amico «Giuseppi». L’ostentata condivisione, da parte del leader del Movimento 5 Stelle, della cruda analisi del presidente americano sulla situazione in Ucraina, nonostante i suoi pesanti attacchi nei confronti di Volodymyr Zelensky. Conte ci tiene a dire che è in perfetta sintonia con il tycoon e convoca le telecamere fuori da Montecitorio: «Trump con rudezza smaschera tutta la propaganda bellicista dell’Occidente sull’Ucraina» — sottolinea —. E dice una verità che noi stiamo dicendo da tre anni insieme a tutti gli esperti militari, cioè che battere militarmente la Russia era irrealistico».
Ne consegue un attacco diretto a Giorgia Meloni, che «poteva ritagliarsi per l’Italia un ruolo da protagonista nel negoziato e, invece, ci ha portato a questo fallimento per di compiacere le cancellerie internazionali. Al suo posto, di fronte a questa vergogna, mi dimetterei». Nulla di sorprendente, conoscendo la posizione di Conte e dei 5 Stelle sul conflitto ucraino, certificata da molteplici voti in Parlamento contro l’invio di armi a Kiev.
A colpire, semmai, è la scelta di cavalcare in modo così forte la linea trumpiana, senza arrivare a proporre The Donald per il Nobel per la pace, come ha fatto Matteo Salvini, ma utilizzando comunque un armamentario già sdoganato dalla Lega: una mossa comunicativa che fa rumore, più che dentro Palazzo Chigi, tra i partiti del centrosinistra.
Elly Schlein, che ieri si è intrattenuta brevemente con Conte in Transatlantico alla Camera, evita di commentare. Il sostegno militare all’Ucraina, in questi due anni al Nazareno, è stato un punto fermo per tenere unito il partito.
Non a caso, a parlare con La Stampa è il responsabile Riforme della segreteria, Alessandro Alfieri, che è anche il coordinatore di Energia popolare, l’area politica uscita sconfitta al congresso: «Consiglierei a Conte maggiore prudenza, dovrebbe avere chiaro che l’obiettivo di Trump è dividere e indebolire l’Europa» — spiega — mentre per primo lui, che si è battuto per il Next Generation EU, dovrebbe impegnarsi per l’unità dell’Unione europea».
E aggiunge che, «se le parole di ordine sono queste, andare in piazza insieme diventa complicato». Il riferimento è alla manifestazione che il leader M5s vorrebbe organizzare ad aprile e di cui sta già iniziando a costruire la piattaforma.
