Genova – E’ l’ora del martello. Più che della falce. Silvia Salis, pluricampionessa di lancio del martello, atleta olimpica, vicepresidente del Coni, era la carta segreta del Pd genovese per le elezioni comunali. Ieri è stata contattata sia da Andrea Orlando che dal segretario metropolitano Simone D’Angelo, che negli ultimi giorni avevano intensificato la ricerca di un candidato civico per uscire dall’impasse dei tre nomi del Pd che non convincevano tutta la coalizione, ma soprattutto dividevano il partito. E la riunione del “Comitato politico” dei saggi dem, prevista per ieri sera, è stata sconvocata in attesa di aggiornamenti.
La disponibilità della vicepresidente del Comitato olimpico va verificata: D’Angelo ha chiesto a Silvia Salis la disponibilità a candidarsi. E la sportiva si è presa del tempo per sciogliere la riserva, vista anche la vicinanza con il lutto del papà Eugenio. Ma le possibilità che accetti appaiono concrete, secondo fonti dem. Quella di Salis sarebbe sicuramente una scelta in grado di spiazzare: la campionessa infatti è un volto noto, ma non è mai stata accostata alla politica. Vive tra Genova e Roma con il marito Fausto Brizzi, regista cinematografico e il figlio Eugenio. E proprio ieri ha dato l’ultimo saluto al papà, storico custode dell’impianto sportivo di villa Gentile, con queste parole: «un figlio del popolo, un operaio, un vecchio compagno, un uomo di mare, un progressista che amava la libertà».
I giochi non sono fatti, ancora. Nel Pd persistono le spinte della minoranza a favore di Federico Romeo, con il tentativo di convincere il Movimento cinque stelle a rimuovere le presunte ostilità alla candidatura del presidente del Municipio Valpolcevera. E anche Armando Sanna si sente ancora in partita, anche se da sportivo e amico di Salis di fronte a una sua disponibilità potrebbe decidere di appoggiarne la corsa. Ieri ha risposto per le rime ad Andrea Orlando che, nel suo incontro pubblico a Molassana, aveva detto «Chi non è in grado di unire si faccia da parte». «Io mi sono messo a disposizione della mia comunità proprio per tenere unita la coalizione e per spingere gli elettori al voto, così da permettere al centrosinistra di tornare a governare. È giusto che coloro che possono unire la nostra gente si impegnino al massimo per ottenere un grande risultato», ha detto Sanna.
Sembrano in calo, invece, le quotazioni del deputato Alberto Pandolfo, che aveva dato la sua disponibilità ad Orlando come risorsa a disposizione del Pd, ma dovrebbe abbandonare – almeno per qualche mese – la sua carriera da neo parlamentare. Rimane ancora, sottotraccia, la possibilità che alla fine nessuno di questi nomi riesca nel “miracolo” di unire sia il Pd che la coalizione e si torni rapidamente tra le braccia di Luca Pastorino: il sindaco di Bogliasco probabilmente perderebbe il sostegno di Italia viva, ma è il nome che era stato indicato da Elly Schlein già diverse settimane fa.
In ogni caso sia il “Comitato politico” (a questo punto scavalcato nel suo ruolo di camera di compensazione delle correnti Pd per trovare il candidato unificante) sia gli organismi del Pd dovranno essere convocati prima di approvare ogni candidatura. E poi si apre il pericoloso passaggio del confronto con gli alleati, anche se nella giornata di ieri sarebbero stati avvisati della possibilità di convergere su una candidatura civica «di alto profilo».
Intanto la candidata di Linea condivisa (a disposizione della coalizione) Rossella D’Acqui va avanti con il suo programma. E risponde all’assessora Paola Bordilli che ne aveva contestato le idee sui Municipi: «Il Comune impone ai Municipi di stilare una lista di priorità, ma la priorità non è garanzia di intervento perché la decisione finale è solo ed esclusivamente del Comune. Il vero problema è il conto capitale: senza risorse adeguate, le priorità restano sulla carta. La tanto sbandierata autonomia si traduce nell’impossibilità di decidere».
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