Il governatore deciderà su diga e tunnel portualiAspi recupererà dai pedaggi nazionali gli extracosti della galleria

Andrea Moizo e Vanessa Ricciardi

Mentre il presidente della Liguria Marco Bucci si prepara a premiare il vincitore della serata cover a Sanremo, in Parlamento la maggioranza ha preparato il premio per lui: l’estensione dei suoi superpoteri commissariali sui maxi-appalti della nuova diga foranea del porto di Genova e del tunnel subportuale (oltre 2 miliardi di euro). Lo strumento è il combinato di due emendamenti, uno al decreto Milleproroghe e l’altro al decreto Emergenze-Pnrr.
Con il primo, come raccontato una settimana fa dal Fatto, la maggioranza amplierà le prerogative in capo a Bucci, includendo “affidamento, avvio, gestione o prosecuzione dei lavori” delle due opere fino al 31 agosto 2026. Il secondo, come vedremo, punta ad arricchire il piatto e cancellerà questo termine (essenziale per entrare nel Milleproroghe), perché il nuovo superpotere serve subito (il Milleproroghe diventerà legge prima dell’altro decreto) ma per sempre al delfino di Giovanni Toti, l’ex presidente di centrodestra dimessosi dopo le accuse di corruzione poi patteggiate.
La diga è la più grande opera finanziata dal fondo complementare al Pnrr (1,3 miliardi). Per agevolarne l’iter, era già stata inserita fra le opere portuali straordinarie previste dal decreto Genova come compensazione post Morandi, la cui realizzazione era stata affidata all’Autorità portuale genovese con le stesse deroghe e previa approvazione del commissario per la ricostruzione. Lo stesso Bucci, appunto, nominato commissario in sostituzione di Paolo Emilio Signorini, prima presidente dell’Autorità, poi Ad di Iren, quindi arrestato per corruzione nell’inchiesta che ha riguardato anche Toti.
L’appalto senza gara della prima fase della diga è finito nel mirino di Anac e Procura e ora l’Autorità portuale – dal governo affidata dopo il Totigate all’ammiraglio della Capitaneria Massimo Seno – s’accinge ad appaltare la seconda fase. Ma il governo vuole affidare tutto a Bucci. Per ragioni di celerità, per quanto l’opera non abbia vincoli temporali attingendo non al Pnrr ma al fondo complementare, e perché Bucci potrebbe procedere ad aggiudicazione diretta, grazie ai superpoteri della ricostruzione, ottenuti da sindaco e mantenuti, caso raro, anche dopo il salto in Regione.
Anche il tunnel, faraonica galleria sottomarina di oltre 3 chilometri destinata alla viabilità urbana veloce, “nasce” dalle macerie del Morandi. La sua realizzazione fu concordata nell’ottobre 2021 fra Autostrade per l’Italia, il governo Draghi, Toti e Bucci: Stato ed enti locali rinunciavano alla gratuità dei pedaggi sulla rete genovese fino al 2031 (forma di compensazione per il crollo del ponte) e Aspi si impegnava a pagare l’opera.
Autostrade per l’Italia, però, ottenne di fissare un “tetto” a 700 milioni di euro. Per ogni centesimo in più potrà cioè aumentare i pedaggi sulla rete nazionale: col grosso dei lavori ancora da avviare e la stima dei costi già ufficialmente oltre il miliardo, il business è garantito. Per contro l’accordo del 2021 impegnava Aspi a eseguire “gli interventi esclusivamente mediante procedura a evidenza pubblica”. Il gestore autostradale quindi potrà sì aumentare i pedaggi, ma sulla base dei sovracosti di un appalto gestito da un terzo scelto con gara. Ed è qui che interviene l’emendamento. Che, se approvato, passerà la prerogativa dell’affidamento dei lavori proprio a Bucci, dotato del potere di derogare all’accordo del 2021 e quindi di assegnarli senza gara alla stessa Aspi autrice del progetto.
Il Pd ha provato a rispondere con dei subemendamenti, ma invano. “Andare in ulteriore deroga a normative che mettono in discussione le gare con procedure ordinarie non è corretto per la trasparenza”, dice la firmataria Valentina Ghio. Peraltro, il secondo emendamento va oltre. Bucci potrà anche girare 10 milioni residuati dalla ricostruzione del ponte Morandi alla messa in sicurezza del rio Cantarena. Ghio commenta: “Bene che si voglia intervenire sulla messa in sicurezza idraulica, ma vorremmo capire se l’intervento è collegato al supermercato Esselunga che dovrebbe essere costruito”. Tra le possibilità anche che la somma serva per il terzo maxi-appalto del pacchetto portuale: la costruzione del nuovo maxi-bacino nel cantiere navalmeccanico di Fincantieri a Sestri Ponente. Sul progetto da 480 milioni è appena arrivata la seconda variante e gli extracosti hanno sono già a quota 55 milioni.
Nell’ultimo comma, ciliegina sulla torta, la maggioranza ha pensato bene di coadiuvare l’altro commissario straordinario della città al terzo valico, Calogero Mauceri. L’opera rischia di essere esclusa dai finanziamenti Pnrr, ma la maggioranza ha pensato di concedergli quattro superconsulenti da 60 mila euro l’anno a testa, da reclutare al di fuori della Pubblica amministrazione.