
Dopo ore di riunione in Consiglio nazionale, ieri Giuseppe Conte ha calato la sua proposta sui due mandati: libertà di cercare una terza corsa in un livello elettivo diverso (esempio, un consigliere regionale potrà provare a correre come deputato), mentre chi vorrà ricandidarsi parlamentare o consigliere per la terza volta dovrà sperare in una delle deroghe del leader. Infine, libertà per i reduci da due legislature di candidarsi come presidenti di Regione o sindaci. E resta in piedi l’ipotesi di una pausa di cinque anni per chi volesse ricandidarsi per una terza volta come parlamentare. Questo lo schema di Conte, anticipato una settimana fa dal Fatto. Ma la proposta non è ancora operativa. Il Consiglio – l’organo che raggruppa capigruppo, vicepresidenti e gli altri dirigenti dei Cinque Stelle – non ha votato. L’ex premier affiderà al comitato di garanzia il comitato di “affinare” la nuova normativa, inserita nel codice etico del M5S, che andrà poi votata dall’assemblea degli iscritti.
