Il 19 gennaio, salvo sorprese dell’ultimo minuto, TikTok potrebbe essere bandito negli Stati Uniti. Una scelta che lascia perplessi, considerando che Trump – il promotore originario di questa misura – ha sempre dichiarato di battersi per la libertà di espressione. Ancora più curioso è che colossi come Meta e X si siano schierati a favore di questa decisione, apparentemente in contraddizione con i loro stessi principi.

Ma perché questa ostilità verso TikTok? La risposta sta nel suo paese di origine: la Cina. Qualsiasi prodotto o azienda cinese sembra ormai essere percepito come una minaccia. È già successo con Huawei, e ora tocca a TikTok. La motivazione ufficiale è sempre la stessa: “Proteggiamo i dati.”

Eppure, queste misure colpiscono sistematicamente aziende che hanno superato quelle occidentali, sia dal punto di vista tecnologico che commerciale. Dopo TikTok e Huawei, l’attenzione si sposta ora sulle auto elettriche cinesi, che stanno conquistando il mercato. Non si tratta più di sicurezza, ma di proteggere il monopolio occidentale in crisi.

E le incoerenze non si fermano al tema economico.

Netanyahu: immunità per i potenti

Un altro esempio lampante di queste contraddizioni è la notizia, riportata da Open il 15 gennaio 2025, secondo cui Benjamin Netanyahu potrebbe visitare l’Italia senza il rischio di essere arrestato, nonostante un mandato della Corte Penale Internazionale penda su di lui. Il governo italiano ha garantito che, in qualità di capo di stato, godrà dell’immunità.

Quindi, se sei un leader influente, la giustizia internazionale non ti tocca. È il segnale di un sistema che privilegia chi detiene il potere, negando alle leggi il loro principio universale.

Immunità per le forze dell’ordine: uno stato di polizia in costruzione

Sempre il 15 gennaio, un’altra notizia ha sollevato interrogativi: il ministro Nordio ha proposto uno “scudo penale” per gli agenti di polizia. Si parla di un registro che garantirebbe la non indagine su chi non è formalmente accusato, per evitare danni alla loro reputazione.

In pratica, mentre ai cittadini viene riservato un trattamento severo – si pensi agli arresti per proteste o partecipazione a eventi come i rave – agli agenti si offre un lasciapassare legale. Con l’eliminazione dell’abuso d’ufficio e l’aumento delle tutele per le forze dell’ordine, il rischio di abusi di potere cresce esponenzialmente.

Un passaggio rapido e preoccupante da richieste di trasparenza, come i numeri identificativi sui caschi, a una totale impunità.

Un Occidente che si chiude

Questi episodi, uniti al silenzio generale, mostrano come si stia delineando un modello autoritario. Da una parte, si costruisce un nemico esterno – come la Cina – per giustificare censure e barriere commerciali. Dall’altra, all’interno, si rafforza il controllo sui cittadini, lasciando il potere nelle mani di pochi privilegiati.

E non è un caso se le destre stanno vincendo in tutto l’Occidente. Non si tratta solo di errori degli avversari o del malcontento degli elettori. C’è chi sta lavorando dietro le quinte per costruire questa situazione, un disegno preciso con mandanti ben identificabili.

Le loro mosse sono già in atto. Sta a noi riconoscerle.