Sanità ligure, il buco è di 49,2 milioni Bucci: “Non ci saranno tagli ai servizi”

Genova
Niente tagli, la posta in gioco è alta ma l’obiettivo resta quella di ripianare il buco di bilancio della Sanità, un disavanzo che in Liguria attualmente ammonta a 49, 2 milioni di euro, cifra ufficiale fornita ieri in Consiglio regionale dall’assessore Massimo Nicolò che, conti alla mano, ha fotografato lo stato della situazione riferita al settore. Il sentiero per il pareggio del bilancio è costellato di curve, ma è la priorità della giunta ligure, insieme all’abbattimento delle liste d’attesa per le prestazioni diagnostiche e al contrasto alle fughe di pazienti. 
Ma «i risparmi si fanno con la produttività, non con la riduzione dei servizi», commenta ferreo il presidente della Regione Marco Bucci, regista delle operazioni di azzeramento, che tira dritto su un obiettivo che è certo di riuscire a portare a casa. 
I numeri arrivano nell’aula del consiglio regionale, in risposta a due interrogazioni della minoranza: «Il buco di bilancio della Regione Liguria per la Sanità ammonta attualmente a 49, 2 milioni ed è pari a circa l’1% della spesa complessiva – spiega l’assessore regionale alla Sanità Massimo Nicolò –. Non appena arriveranno i preconsuntivi economici delle aziende si valuterà, congiuntamente con i direttori generali, le ulteriori misure relative alle poste patrimoniali». Smentendo le cifre circolate nelle scorse settimane, Nicolò ha sottolineato come non siano mai stati neanche presi in considerazione aumenti Irpef o ipotesi di amministrazione controllata ma «tra la conferma delle maggiori risorse nazionali e le risorse aggiuntive per cui si è in attesa della formalizzazione – continua – relative per esempio al payback farmaceutico, all’assistenza domiciliare finanziata dal Pnrr, all’assistenza erogata ai cittadini ucraini e all’emersione dei lavoratori stranieri irregolari, la previsione del disavanzo di gestione per l’anno 2024 si è attestato ad 66, 2 milioni». 
C’è ancora margine per ripianare, e nella conta generale, tra le operazioni di chiusura dell’esercizio rientrano la valorizzazione delle rimanenze, la valutazione delle partite debitorie, mentre le aziende sanitarie stanno già rilevando gli effetti delle azioni di efficientamento già intraprese. Proprio loro, saranno chiamate a massimizzare gli sforzi nei prossimi mesi. «Tutti i manager devono saper fare questo lavoro – sottolinea Bucci – e noi faremo in modo che chi fa il manager, oltre che il direttore generale generale o degli istituti della sanità, impari a fare le cose in questo modo. Ma confido che ci siano persone in gamba che riusciranno a farlo». V. CAR