Caso rigassificatore “Serve il no definitivo in consiglio regionale”

valentina carosini
Genova
Un rinvio per arrivare ad un documento unitario che metta nero su bianco il “no” collettivo, già espresso prima dal territorio e poi dalla politica, e ora dalla Regione Liguria ad un’opera tra le più contrastate di sempre. Qui eravamo rimasti e da qui si riprende oggi in Consiglio Regionale a Genova dove, dopo lo stop per le festività, il tema del rigassificatore di Vado Ligure e dell’atteso stop al suo approdo sulle coste savonesi, torna al centro del dibattito. O meglio, non si è mai spostato: rimasto sotto la lente, “congelato” dai mesi dell’inchiesta ligure sulla corruzione e dalle dimissioni del suo principale propositore, l’ex governatore ligure Giovanni Toti, l’arrivo della nave è ancora oggetto di incognite per quanto riguarda l’interruzione e la decadenza di un iter già avviato.
Per sgombrare il campo, oggi sulla nave Italia Lng, ex Golar Tundra, saranno due le interrogazioni e due le mozioni previste a calendario in aula. L’assemblea lo scorso dicembre aveva rinviato la discussione a gennaio nell’auspicio di rivedersi con una condivisione, tra maggioranza e opposizione, su un documento unico che esprimesse l’unità di intenti per fermare il cammino della nave verso la Liguria dopo il 2026 quando dovrà lasciare Piombino. Dopo le catene umane, le proteste e i “no” espressi a tutti i livelli, cristallizzati nel centrodestra con il cambio di rotta imposto dal nuovo presidente della Regione Liguria Marco Bucci, l’ultimo punto interrogativo riguardava il nodo del possibile arrivo di un nuovo commissario per chiudere il procedimento di Via e la Conferenza dei Servizi, ancora formalmente in atto. Risposte arriveranno forse in aula, dove questa mattina sono previste due interrogazioni, la prima già annunciata da tempo dal consigliere regionale savonese di Forza Italia, Angelo Vaccarezza, la seconda sottoscritta invece da Sara Foscolo, Armando Biasi e Alessio Piana, sulla situazione dell’iter. Nella parte pomeridiana della seduta, invece, due mozioni, la prima presentata ancora da Vaccarezza per il centrodestra, la seconda da Roberto Arboscello, per l’opposizione. Oggetto del documento di Vaccarezza, che ripercorre le azioni dal 2023 ad oggi fino ad arrivare alle richieste di stop, rese manifeste dalla contrarietà del territorio coinvolto, mira ad impegnare la giunta e il presidente ad esprimere, in ogni sede, la contrarietà dell’ente al ricollocamento della nave a Vado Ligure. La mozione dell’opposizione, con primo firmatario Arboscello del Pd ma sottoscritta da tutta la minoranza, oltre a ribadire il “no” e a chiedere di tradurlo in “atti concreti”, riprende il nodo del commissario, impegnando la giunta a rappresentare la contrarietà alla nomina chiedendo anche contestualmente le dimissioni del commissario precedentemente nominato. Che fino a dicembre risultava essere ancora Giovanni Toti, sul quale nel frattempo è intervenuta l’interdizione prevista dalla formalizzazione dei patteggiamenti nell’inchiesta che scosse a maggio la Liguria. «L’auspicio – conclude Arboscello – è che questo sia l’epilogo di una vicenda triste per la politica. Sgombrato il campo da tutto, si voti in aula un dispositivo che impedisca l’arrivo della nave. Nessuno esce vincitore, l’unico nel caso è il territorio che fin dall’inizio ha contrastato questa scelta» . —
