Alfonso Colucci “È un provvedimento abnorme Non vedo le basi per la decadenza”

alessandro di matteo
roma
L’ordinanza-ingiunzione che chiede la decadenza di Alessandra Todde è un «provvedimento sbagliato, abnorme, illegittimo». Alfonso Colucci, deputato M5s, notaio e vicino a Giuseppe Conte, non fa giri di parole nel commentare il provvedimento del collegio di garanzia della Corte d’appello di Cagliari
Ci sono contestazioni molto dure. Su che basi pensate di vincere il ricorso? 
«Devono esserci due presupposti, tassativi e tipici, per la decadenza: il primo è avere superato di oltre il doppio il limite delle spese elettorali consentite. Ma proprio il collegio di garanzia dichiara che quel limite non si applica al candidato presidente. Il secondo presupposto è la mancata presentazione del rendiconto. Ma a pagina 5 del provvedimento stesso viene spiegato che non è contestata questa mancata presentazione. Dunque già dalla lettura del provvedimento si evince la contraddittorietà e l’inconsistenza giuridica della decadenza». 
Si obietta la mancata nomina del mandatario. ..
«La nomina mandatario ricorre solo ove il candidato abbia ricevuto contributi o effettuato spese. Ma la presidente non ha ricevuto contributi né effettuato spese, come lei ha dichiarato al collegio di garanzia».
In realtà secondo l’ordinanza Todde ha prima detto di aver effettuato spese e poi, nella memoria, ha affermato il contrario. Hanno pure inviato tutto alla procura…
«È erroneo: nella prima dichiarazione la presidente Todde ha dichiarato che le spese sono state sostenute attraverso il comitato elettorale. Poi, a seguito della richiesta di chiarimento, la presidente ha precisato che lei non ha sostenuto spese né ricevuto contributi, perché ci ha pensato il comitato elettorale. Se ci sono stati errori, che noi neghiamo, non li ha commessi la presidente ma eventualmente il comitato elettorale».
La commissione di garanzia afferma il falso? 
«Esistono provvedimenti sbagliati, abnormi, illegittimi. Questo è uno di quei casi. E fa specie assistere alle destre che improvvisamente si scoprono legaliste, quando invece tutta la loro azione è tesa a indebolire la magistratura, ad affievolire i diritti dei cittadini, e tutelare le posizioni dei loro amichetti. Ho sentito ieri la presidente Todde, è concentrata sui dossier, al servizio dei cittadini sardi. Non è affatto distratta da questo provvedimento abnorme. Tutto sarà chiarito nei tempi più brevi, la presidente uscirà più forte, con la solida legittimazione del voto popolare».
Gasparri ipotizza la nullità degli atti di Todde.
«Il provvedimento di decadenza produce effetto solo dopo la deliberazione del Consiglio regionale. Non produce effetti sulla carica né sugli atti. Todde è nel pieno esercizio dei suoi poteri. Ogni altra interpretazione è frutto di malafede o ignoranza».
Il Consiglio può dire no al collegio di garanzia? 
«Intanto chiariamo: è un provvedimento amministrativo, non giudiziario. Il consiglio regionale non potrà che prendere atto dell’insussistenza dei due presupposti previsti dalla legge per la dichiarazione di decadenza. Atto che spetta unicamente al Consiglio regionale».
Che direbbe se il presidente in ballo fosse di FI e parlasse di ordinanza “illegittima”? 
«Ho parlato di provvedimento abnorme, illegittimo, incoerente. Non ho attaccato il collegio di garanzia. M5s e la presidente Todde sono sicuramente anti-sistema, la presidente sta improntando il suo operato nell’esclusivo interesse della Sardegna e degli elettori. Dunque sicuramente siamo scomodi per l’establishment consolidato, per molti interessi». —