Il no di Verdi e S&D Tarquinio: “Non c’erano numeri”

Luca de Carolis

Farcela sembrava una chimera già dall’inizio, in tempi di inni al riarmo e allo scontro frontale con la Russia. Ma ieri il Parlamento europeo ha confermato che in Ue non è ben visto parlare di stop alla guerra. Così ha ribadito la Conferenza dei capigruppo, certificando il suo no a un intergruppo per la pace, invocato dai 5Stelle e da un altro pezzo di centrosinistra, con in prima fila il dem indipendente Marco Tarquinio. Solo The Left, il gruppo di cui fa parte il M5S in Europa, ha sostenuto la richiesta, per cui serviva l’appoggio di almeno altri due gruppi. Così ora nel campo progressista volano di nuovo accuse incrociate, perché il Movimento punta il dito contro i Socialisti&Democratici, e quindi contro il Pd, prima delegazione per eletti (21) di S&D. “I Socialisti non hanno supportato l’intergruppo: i sedicenti progressisti hanno affossato uno spazio di confronto, e i dem non hanno battuto ciglio” accusa l’eurodeputato dei 5Stelle Danilo Della Valle. Ergo, è sempre più largo il fossato tra il M5S e il Pd sulla guerra.
Con Giuseppe Conte che da giorni rinfaccia ai dem il sì alla nuova Commissione Ue e alla risoluzione che spalanca le porte all’uso di armi occidentali contro la Russia, anche per cercare un suo spazio da “progressista indipendente”. Mentre sull’altro fronte c’è la vicepresidente del Parlamento europeo Pina Picierno, con quotidiane interviste al curaro contro il M5S: offesissimo. Ora il caso intergruppo, con Della Valle che attacca: “Evidentemente i dem sposano la linea della loro presidente Iratxe Garcia Perez, che in un intervento in plenaria a novembre affermava che le guerre non si vincono con le parole ma con i carri armati”. Però nella chiosa ringrazia Tarquinio, Leoluca Orlando (Avs) e il coordinatore del comitato promotore della marcia Perugia-Assisi, Flavio Lotti. Mentre i 5Stelle fanno notare che proprio ieri in Ue è stata istituita una Commissione Difesa, “con l’intento di proseguire l’escalation militare”. Tarquinio legge e soppesa. E in serata replica: “L’impegno per politiche di pace in un quadro assai difficile che richiederebbe unità. Non capisco la polemica sollevata da Della Valle”. E il mancato appoggio di S&D? “Il gruppo ha sottoposto decine e decine di proposte di intergruppo ai suoi membri e purtroppo quella per la pace non ha avuto abbastanza consensi”.
Sentito dal Fatto, l’ex direttore di Avvenire premette: “Non voglio polemiche, l’ultima cosa che auspico è una guerra tra pacifisti”. Però rivendica: “Nessuna voglia di primazia, ma l’idea dell’intergruppo era mia e di Lotti, e si è sviluppata in dialogo con tanti altri”. Ma nella votazione interna a S&D, quanti dem hanno sostenuto la proposta? Tarquinio parte schivando: “Il voto è segreto, non saprei”. Ma poi argomenta: “Prima di noi avevano votato internamente i Verdi, senza appoggiarla, perciò siamo arrivati abbastanza scarichi alla consultazione. Però nella fase preliminare era necessario raccogliere le firme, e diversi colleghi del Pd avevano sostenuto l’intergruppo, come la prima vicepresidente di S&D Camilla Laureti, Sandro Ruotolo e Alessandro Zan”. Ma ora? “Si può lavorare per la pace anche in altre forme”. Sullo sfondo, Leoluca Orlando: “C’è imbarazzo per chi non ha capito il significato di questa idea”.