La storia di Giada e l’affetto dei lettori “L’accesso alle cure sia una priorità”

stefano mancini
La storia di Giada raccontata ieri sulle pagine de La Stampa dal direttore Andrea Malaguti svela un pezzo di buona sanità. Giada è una bambina di sei anni salvata dal Sistema sanitario nazionale. Aveva un tumore maligno lungo 15 centimetri, scovato al Pronto soccorso del Regina Margherita di Torino e poi operato in Chirurgia. Ora la piccola sta bene. Chiamiamolo miracolo o insieme di competenze e umanità: è un po’ tutte e due le cose. È una storia che commuove e fa riflettere, che mostra il coraggio di una bambina e l’ansia di una madre che si affida all’ospedale.
I lettori hanno commentato la vicenda sulle pagine social de La Stampa. «Lavoro con immenso orgoglio in un ospedale pubblico. Qui all’Istituto Nazionale dei Tumori a Milano, di Giade, ahimè, ne vedi tante, troppe. Ma vedi pure i nostri dottori e tutto il personale infermieristico e di supporto, che fanno un lavoro quotidiano, senza risparmiarsi. E i bambini sono straordinari, più grandi dei “grandi”», scrive Clelia D, una lettrice che da impiegata amministrativa «cerca di fare il suo» perché il sistema funzioni come pure prevede la nostra Costituzione. Le emozioni sono forti, il coraggio di Giada tocca note profonde. «Leggendo questo articolo ti scende la prima lacrima», piange Cinzia M. «Forza Giada, grazie a tutti i dottori e infermieri che continuano a lavorare per il Ssn», le fa eco Elisabetta O, mentre da Jolanda L arrivano i complimenti al chirurgo: «Grazie al dottor Gennari, grazie a tutti i medici che ancora credono nel loro lavoro». Ma come si difendono le eccellenze del pubblico senza trascurare i tanti mali, le inefficienze, la mancanza di fondi, le attese per esami salvavita? «Smettiamo di votare politici che tutelano solo la sanità privata e fanno scappare i nostri medici e infermieri all’estero», propone Tiziana. 
«È colpa della destra», «no, è stata la sinistra». I cuori si dividono su un tema che riguarda tutti: anche chi può permettersi esami e specialisti privati avrà forse bisogno un giorno di un pronto soccorso con personale in grado di gestire le emergenze. 
«Storia che dà speranza – dice Rouge -. Io però ho provato a prenotare delle analisi di controllo e su 6 analisi da fare… nemmeno una! Non c’è disponibilità. Prima data per una risonanza al pancreas è nel 2026. Speriamo che la ciste stia lì buona ancora per due anni». E speriamo che tante storie come quella di Giada tornino a scaldarci. —