
La ripartenza del Movimento 5 Stelle in Liguria si è ingolfata: l’attesa assemblea regionale che sarà il primo momento di confronto dopo il risultato deludente delle elezioni regionali slitta (per ora) al 13 dicembre. Doveva tenersi ieri, una settimana dopo “Nova”, l’assemblea costituente nazionale voluta da Giuseppe Conte che ha ridefinito le basi del Movimento.
Ma si è messo di mezzo ancora una volta Beppe Grillo: il fondatore del Movimento, ormai ex Garante, ha chiesto e ottenuto la ripetizione delle votazioni online dell’assemblea costituente che hanno modificato lo statuto del M5S, tra l’altro eliminando proprio la previsione del suo incarico.
Le nuove votazioni si terranno tra il 5 e l’8 dicembre e quindi anche il coordinatore regionale del M5S, Roberto Traversi, ha scelto di rimandare l’assemblea regionale.
«La decisione di rinviare l’incontro si è resa necessaria a causa dell’imprevista ripetizione della votazione, che ha inevitabilmente influenzato i tempi del nostro confronto. Avevamo scelto di aspettare la conclusione della Costituente per garantirci un quadro più chiaro e completo, ma i recenti sviluppi impongono di attendere ulteriormente, al fine di consentire una discussione più ampia e consapevole e una proficua ripartenza che dia seguito a quanto è stato già determinato dalla base» – ha scritto Traversi agli iscritti.
Ma i seguaci di Grillo, quelli che hanno contestato le modalità con cui Conte ha gestito l’assemblea costituente, sono gli stessi che ora invitano a boicottare questo secondo voto online, al fine di fare mancare il quorum all’assemblea e invalidare il tutto: online dilaga l’hashtag #iononvoto e grillini della prima ora come Fulvio Utique spiegano perché con il loro post:
«Perché abbiamo scelto la strada del non voto? Perché il voto è un diritto e non un obbligo, inoltre trattasi di votazioni interne. Perché per noi non è facile contrastare chi è in grado di spendere centinaia di migliaia di euro per il progetto (calato dall’alto) costituente/Nova. Perché noi non facciamo il giro delle tv a raccontare la balla di quando sia bello il processo che nasce dal basso, decide la comunità e altre balle del genere».
In tutto questo, la situazione della Liguria finisce decisamente in secondo piano, nelle dinamiche del Movimento a Genova. L’analisi della sconfitta del 28 ottobre e del 4,5% raccolto alle regionali è stata rimandata al dopo-Costituente e così anche la strategia per le comunali genovesi.
con il Pd», dice uno dei big del M5S ligure, «ma non per sostenere uno dei loro a scatola chiusa: valutiamo tutte le opzioni». Tradotto, significa che in un sistema a doppio turno, con il ballottaggio, come le elezioni comunali, il M5S potrebbe anche decidere per la corsa in solitaria.
Ma pure che l’opzione preferenziale per il gruppo dirigente sarebbe quella di ripresentare il centrosinistra allargato, ma con un candidato civico che piaccia alla base del M5S. E non sia troppo identificabile con il Partito democratico, come invece era Andrea Orlando.
Una scelta, quella sul prossimo candidato sindaco, che condizionerà la linea del Movimento nel capoluogo, mentre nelle province, soprattutto a Savona, i venti di contestazione ai coordinatori spirano ancora più forti. Stefano Giordano, unico eletto in consiglio regionale, lo sa.
E per questo tra i suoi obiettivi dei prossimi cinque anni ha messo anche quello di ricostruire un rapporto tra la rappresentanza regionale e quella dei territori, troppo spesso lasciati a se stessi.
