Risultato. Superata la metà più uno degli 89 mila iscritti nel voto web. Il garante non si vede: oggi potrebbe fare un video

Luca de Carolis

Dentro il Palazzo dei Congressi a Roma, nel cuore dell’Eur fatto di razionalismo ed enfasi littoria, tutto è di Giuseppe Conte, il leader che è ovunque. Per inverso quasi più nulla è di Beppe Grillo, che ieri non c’era, e oggi chissà, chi può dirlo se si materializzerà sfidando una platea ormai ostile. Di sicuro sono contiane per fede e magari pure inerzia le 3.500 persone che fanno la fila per Nova, l’assemblea del Movimento che non è ancora un partito, ma dovrà diventarlo. Tutti salutano tutti, perché non si sa mai. E tutti gli eletti di ogni ordine e grado sorridono, con l’aria della scolaresca in gita. Anche perché più o meno tutti dal primo pomeriggio sanno che Conte, il leader che sulla ruota della Costituente si gioca la poltrona, ha superato la sua prima fatica, raggiungendo il quorum nelle votazioni degli iscritti sui 65 quesiti, con un giorno d’anticipo sulla chiusura delle votazioni. E proprio lui, l’avvocato, lo certifica alle 19.30 interrompendo Enrico Mentana che dal palco stava guerreggiando con qualche spettatore sul campo largo: “È la vittoria di chi ha deciso di decidere, per definire il futuro del M5S”. Tradotto, si è superata la metà più uno dei votanti degli 89 mila iscritti. Ergo, hanno perso i grillini vecchia maniera che predicavano la diserzione delle urne. Pretoriani dell’ancora garante Grillo, ieri nella sua villa in Toscana a Marina di Bibbona.
Sembra già evaporato nei ricordi, il fondatore, che oggi potrebbe dire la sua con un video di scomunica. Nell’attesa a Roma è presente solo nelle sillabe della vicepresidente del Senato Mariolina Castellone, che lo dice al Fatto: “Spero ancora in una sintesi con Beppe, è il nostro fondatore, non mi piace che possa essere cacciato”. Soprattutto, è evocato dalla contestazione da una ventina di persone, i cosiddetti figli delle stelle. Guidati dall’ex deputato Marco Bella, urlano “onestà, onestà”, e “dimissioni, dimissioni” appena alle 15 e qualcosa Conte apre l’evento. Le magliette dei contestatori sono ingombre di una foto di Grillo e Gianroberto Casaleggio, le loro parole accusano: “Siete come il Pd”. Invocano un Movimento “senza capi” che in realtà non è mai esistito. Ma il passato sembra sempre migliore, anche nella sala tutta schermi e con un palchetto bianco da apericena, a metà tra arena e convegno aziendale. Costosa (si parla di una spesa tra i 400 e i 500 mila euro). Almeno per il primo dei due giorni, la sfida tra il leader di allora e quello che lo vuole cacciare, Conte, non c’è. Solo il pubblico che indica la porta ai contestatori al grido di “fuori, fuori”, mentre l’avvocato tampona e colpisce: “Siamo aperti a chi la pensa diversamente, ma invitare a non votare è inspiegabile”. I 5Stelle giurano che se Grillo vuole presentarsi è il benvenuto. “Questa è casa sua” assicura Roberto Fico. “Non abbiamo padroni,” dice con altro spirito Alessandra Todde, la presidente della Sardegna emblema del campo progressista dove Conte vuole trattenersi con investitura della base. “Questa giornata conferma che arroccarsi non serve, bisogna aprirsi” conferma Todde al Fatto. Dipenderà dagli iscritti. Perché il quorum c’è, ma i sì e i no sono un altro affare. Se passasse il divieto di ogni forma di alleanze, Conte saluterebbe. E creerebbe problemi anche il no allo svuotamento di poteri del garante. Ma non sembra aria. Però le urne si chiudono oggi alle 15 e nel M5S non possono stare tranquilli, così per tutto il giorno va avanti la campagna con email agli iscritti. “Ogni voto conta, non lasciare ad altri di decidere il futuro del M5S”, recita il messaggio-appello. L’avvocato però può già constatare che non c’è traccia di dissenso tra gli eletti. Virginia Raggi sarà all’assemblea oggi, mentre i due europarlamentari Dario Tamburrano e Danilo Della Valle, da sempre vicini a Grillo, sono previsti sul palco. Tra i tavoli anche Chiara Appendino, che martedì aveva scritto un post sul “Pd che ci sta fagocitando” e il M5S “ che va sempre sotto il 5 per cento”. Nel sabato della simil-festa si dice “felice per il quorum”. Chiude Conte: “Non dobbiamo avere paura di confrontarci, essere progressisti è uno spartiacque”. E poi: “Vogliamo una legge elettorale proporzionale e le preferenze”.
Oggi l’intervento in collegamento della leader di Bsw, la tedesca Sahra Wagenknecht, che prossimamente vedrà l’ex premier. Soprattutto, alle 15, i numeri definitivi. E il discorso di Conte. Con sempre quella variabile, Grillo.