“Allearci è l’unica strada Il problema non è il Pd ma la nostra incisività” Roberto Fico Beppe Grillo I due mandati “

niccolò carratelli
roma
«Il problema del Movimento non è l’alleanza con il Pd». Roberto Fico è, non da oggi, uno dei più convinti sostenitori della collocazione dei 5 stelle nel campo progressista. «Ed è una scelta che difendo con forza», spiega l’ex presidente della Camera.
Anche se comporta un drastico calo di consensi e il rischio di ritrovarsi appiattiti sul Pd?
«Nessun appiattimento, anzi: spesso è stato il Pd a seguirci, come sul salario minimo. Ribalto la prospettiva: in Umbria ed Emilia-Romagna abbiamo vinto, dando il nostro contributo alla coalizione, e ora possiamo incidere con i nostri rappresentanti nei consigli regionali all’interno della squadra che amministrerà quei territori».
Però avete dimezzato i voti praticamente ovunque…
«Non possiamo essere soddisfatti, ma questo deve essere un ulteriore stimolo per strutturarci meglio a livello territoriale e rilanciare battaglie identitarie. La nostra azione politica deve mettere al centro il rafforzamento dei gruppi territoriali, la linfa del Movimento».
Gli iscritti M5s potrebbero bocciare le alleanze per tornare alle origini, “né di destra, né di sinistra”. Che ne pensa?
«Penso che il ritorno alle origini non abbia senso, ma sia, invece, necessario custodire lo spirito delle proprie origini. Noi siamo nati progressisti, lo siamo dal 2005, io c’ero quando abbiamo fondato i primi meetup. Basta riprendere le battaglie di allora: i beni comuni e l’acqua pubblica, la tutela dell’ambiente, il welfare sociale, l’economia circolare».
All’inizio, però, vi contrapponevate al “Pdmenoelle”.
«Certo, e lo rivendico, perché c’era un forte critica a una sinistra che inseguiva la destra». Poi avete fatto il governo con la Lega, approvando i decreti sicurezza di Salvini…
«Quella è stata un’evidente forzatura della nostra identità originaria. E quei decreti li abbiamo modificati sempre noi».
Adesso c’è un Pd dal chiaro profilo progressista che, secondo Chiara Appendino, vi sta «fagocitando». È così?
«Abbiamo dei problemi e dobbiamo essere più incisivi, ma non dipende dall’alleanza con il Pd. Sarebbe così anche se ci tenessimo a distanza. Per questo stiamo facendo l’assemblea costituente, che deve essere un momento di ripartenza».
Non è facile proporre una vostra identità autonoma con un Pd che ha le stesse parole d’ordine, dalla sanità pubblica al salario minimo. ..
«Abbiamo obiettivi in comune, ma non siamo il Pd. Ci sono differenze sulla politica estera, per noi è fondamentale la redistribuzione della ricchezza, poi sui diritti siamo più radicali. Noi abbiamo avuto il merito di imporre un’agenda politica nel deserto che c’era prima, abbiamo portato all’attenzione temi che la politica ignorava, proposte come il reddito di cittadinanza e il salario minimo, il decreto dignità e la legge Spazzacorrotti».
Non è che ha ragione Grillo? Avete esaurito la vostra missione ed è ora di estinguervi.
«No, io credo che il Movimento possa ancora stare un passo avanti agli altri sulle nuove sfide. Portando le nostre idee nella coalizione progressista, possiamo ancora incidere profondamente. Inoltre, solo tornando al governo potremo recuperare strumenti fondamentali che il governo Meloni ha smantellato, a partire dal reddito di cittadinanza».
Conte ha detto che se gli iscritti sconfesseranno la linea ne trarrà le conseguenze. E lei?
«Sono nel Movimento da 20 anni, sono uno dei fondatori, ho fatto il presidente della Camera, sono restato a lottare in questa comunità, rispettando il limite dei due mandati. Mi è già capitato di non condividere alcune scelte politiche e di sentirmi in minoranza. Ma sono sempre rimasto al mio posto, perché questa è casa mia».
Però ora il limite dei due mandati sta per essere superato.
«Decideranno gli iscritti, ma penso che superandolo si possa guadagnare competitività elettorale, sfruttando risorse formate e competenti quando e dove servono. Si può fare salvando il giusto principio del ricambio della classe politica».
Potrebbe candidarsi lei alla guida della Campania, no?
«È presto per parlarne. Ma aiuterò a costruire una coalizione per vincere in Campania, come ho già fatto a Napoli».
Grillo, invece, cosa deciderà?
«Beppe è libero e io rispetterò la sua scelta. Abbiamo condiviso tanto in 20 anni, lui è il fondatore del Movimento. Questa assemblea non deve essere un momento di scontro ma l’occasione per gli iscritti di indicare la strada al Movimento, che appartiene a loro». —
