“Una città laboratorio c’è quello che serve per poter raccontare”

Savona
Se la presentazione del dossier si fosse potuta svolgere il 27 settembre, poi rimandata per via del silenzio elettorale, Fabio Fazio sarebbe stato ospite del Teatro Chiabrera. Ma, essendo ora nel pieno della programmazione di “Che tempo che fa”, ha potuto partecipare solo con un video-messaggio. 
Lui Tatti Sanguineti, Carlo Freccero, Antonio Ricci, Felice Rossello: sono tutti savonesi che hanno scelto di scrivere un pezzo di storia della tv. «Come si spiega il fatto che così tanti savonesi di diverse generazioni si siano dati alla comunicazione e, in particolare, si siano occupati di televisione? Non ho una risposta, evidentemente», dice Fabio Fazio. «All’inizio a chi me lo chiedeva rispondevo che noi, pur di non lavorare, avevamo deciso di chiacchierare. Ma forse c’è qualcosa di più. Intanto c’è il fatto che siamo nati e cresciuti sulla più grande via di comunicazione, il mare. E quindi la curiosità di andare al di là, dall’altra parte. E la televisione è in fondo questo, parlare con chi non vedi, con chi sta lontano. Ma c’è un altro aspetto che a me piace considerare, la concretezza di Savona che, essendo una provincia, come tutte le province, in piccolo, rappresenta perfettamente il Paese intero. C’è uno di tutto, c’è la possibilità di guardarsi attorno e scoprire che c’è quello che ti serve per poter raccontare qualcosa di più grande. Un’idea di città laboratorio che ho sempre sentito presente e alla quale penso ancora quando faccio televisione. Nel senso che penso che le persone assomiglino a quelle che conosco, che incontro per strada, che abitano la mia città». Da qui, si è scelto di partire per tracciare la «rotta per il movimento». Luogo ideale, la stazione Mongrifone, progettata da Nervi, che assumerà nel 2027 un doppio ruolo. Sarà il luogo di accoglienza dei visitatori dell’anno di Capitale, ma sarà anche luogo di visita e dibattito. Nel grande fabbricato viaggiatori, verrà allestita una mostra permanente dedicata alla storia della televisione italiana. Curata da Aldo Grasso e realizzata con Teche Rai, vedrà grandi proiezioni sulle pareti e ascolto individuale. Su progetto di Fazio, si terrà poi un ciclo di incontri sul ruolo che in tutti i settori della vita nazionale la tv ha avuto dal 1954 a oggi. Al termine della mostra, i visitatori verranno invitati a portare i propri racconti video, foto, audio o scritti come parte di una grande installazione collettiva, intitolata “Savona Stories”. D. GI. —