Da Todde a Fico, esultano i 5S per il campo progressista

Luca de Carolis

Si scrive Umbria ma si legge ossigeno, per Giuseppe Conte. Il leader del Movimento che vuole stare con tutti e due i piedi nel campo progressista, e che da qui a qualche giorno si giocherà tutto nella Costituente. Una partita che lo spinge a rimanere a Roma, evitando la gita serale della vittoria a Perugia. Niente foto con Elly Schlein e il resto del centrosinistra. “Gli impegni per l’assemblea sono troppi”, dicono dal Movimento. Ma forse l’avvocato ha pensato anche che fosse meglio evitare uno scatto da manifesto elettorale con la segretaria dem, prima di consultare gli iscritti del M5S. Della serie, meglio non esagerare, per ora. Così, “solo” una telefonata con la vincitrice, la civica Stefania Proietti. “Ti abbiamo considerato da subito la migliore candidata possibile, hai vinto nonostante il governo di centrodestra avesse schierato tutti i ministri” le dice l’ex premier.
Più tardi Conte celebra “il successo di Michele de Pascale in Emilia Romagna” e “la bellissima vittoria di Proietti, con cui siamo anche in giunta ad Assisi: siamo orgogliosissimi”. Il suo successo è la migliore delle notizie per i 5Stelle che vogliono stare con i progressisti. Cominciando dal Conte che nella Costituente metterà in gioco anche la propria leadership, con quel quesito sul “divieto di alleanze”. Se nel voto sul web degli iscritti dal 21 al 24 novembre dovessero prevalere i sì a quella ipotesi, l’ex premier “non potrebbe che prenderne atto” come ripetono i suoi: ossia dare le dimissioni. “Ma l’Umbria può aiutarci, anche perché abbiamo tenuto come lista” respira un big. Nelle proiezioni di ieri, invece, il Movimento viaggiava attorno al 5 per cento, secondo partito della coalizione di un soffio sopra Avs. Dato accolto con sollievo dai piani alti del M5S, soprattutto se raffrontato al 4,5 ligure, dove il M5S partiva da ben altre basi, avendo superato il 10 per cento nelle Europee, mentre in terra umbra aveva preso l’8,9. Così, anche un 5 per cento può andare bene. Anche perché in Emilia-Romagna il Movimento arranca al 3 e qualcosa (cifra ampiamente attesa) Tanto la differenza l’avrebbe fatta l’Umbria, dove Proietti – “una candidata che abbiamo voluto innanzitutto noi” rivendicano dal M5S – ha ridato la regione al centrosinistra. Da oggi sarà un po’ più difficile la campagna dei grillini vecchia maniera per l’astensionismo nella Costituente. La dissidenza fedele al fondatore invita a disertare le urne sul web, per preparare il terreno proprio al garante, il quale da statuto può chiedere la ripetizione del voto su tutte le modifiche statutarie. E in quel caso sarebbero valide solo se nel secondo turno di votazioni partecipasse la maggioranza degli iscritti. “Ciò che fanno è grave, chiamano le persone” accusano dal Movimento. Però nella sera delle urne, i 5Stelle che guardano a sinistra pensano prima a sorridere. Così ecco la presidente della Sardegna, Alessandra Todde: “La vittoria di Proietti conferma che un campo progressista unito e coerente è vincente e credibile”. Mentre per Roberto Fico “il successo del campo progressista parte dai temi”. Infine, Stefano Patuanelli: “Due vittorie nette per il centrosinistra, che si afferma con un’unità reale di coalizione”. La rotta, per molti contiani.