Pensiamo a noi, non al Pd. Conte e Grillo? I 5Stelle sono degli iscritti, questo scontro non ci serve”

Luca de Carolis

L’Eternauta dei Cinque Stelle assicura e spera che il Movimento non avrà la sorte che gli ha augurato il fondatore Beppe Grillo, cioè l’estinzione. “Il Movimento è nato e morto tante volte, ha già attraversato e superato diversi momenti di difficoltà” sostiene Roberto Fico. Ora c’è la Costituente, snodo degli snodi. “Un’occasione per rinnovarsi così da darsi più forza e rilanciarsi” teorizza l’ex presidente della Camera, ora nel comitato di garanzia del M5S.
Gli iscritti voteranno su molti quesiti, ma forse quelli più importanti riguardano la collocazione politica del M5S. Sul divieto di alleanze Giuseppe Conte si gioca la sua poltrona di leader, non crede?
Siamo stati sempre e restiamo la punta avanzata del progressismo, con le nostre battaglie su transizione ecologica, reddito di cittadinanza, salario minimo, difesa dei beni comuni. I temi che portiamo avanti ci identificano, e sono chiaramente progressisti. Non da oggi, ma dal 2005.
Progressisti, ma vi siete alleati anche con la Lega…
In quel caso ci fu una notevole forzatura rispetto alla nostra identità. Ma oggi nessuno nel M5S si sognerebbe di allearsi con Meloni e Salvini, neppure con un contratto di governo. Non si torna indietro.
Però c’è chi, come Chiara Appendino sul Fatto, ha esortato il M5S a prendere le distanze dal Pd perché “siamo stati troppo subalterni verso i dem”.
Credo che il punto non sia il Pd. Noi dobbiamo avere lo sguardo su noi stessi, sulla nostra identità e sulle nostre battaglie, su come superare eventuali errori o problemi. Dopo le Europee, si è immaginato il confronto della Costituente: un modo per riflettere, progettare e rafforzare la nostra identità. Un passaggio per poterci presentare ai cittadini e per confrontarci con i partiti del fronte progressista.
Ed è sempre per questo che volete cambiare la regola dei due mandati? Per rafforzare le liste e darvi una classe dirigente?
Decideranno gli iscritti. Ma seguire dogmi che appartengono ad altri periodi storici non ha senso. Siamo tutti affezionati a quella regola e ad altre che negli anni abbiamo superato, come il divieto di alleanze. I due mandati e il divieto di allearsi sono due facce della stessa medaglia. E poi quel vincolo non ci ha impedito tanti problemi, tra cui quello dei tanti addii di parlamentari a legislature in corso, anche al primo mandato.
Grillo e diversi attivisti invocano il ritorno alle origini.
Tornare alle origini, tornare indietro, non è possibile e non ha senso. Siamo un Movimento proprio perché ci evolviamo. ma manteniamo saldi lo spirito e l’impegno che ci animano dal primo momento. Sappiamo chi siamo. È legittimo cambiare, perché nel frattempo è cambiato tutto il resto attorno a noi.
Andate malissimo, soprattutto a livello locale. Insisto, il problema sono innanzitutto le liste fragili?
Il nostro cuore pulsante sono gli eletti locali, i gruppi territoriali e gli attivisti. Ed è qui che oggi bisogna investire maggiormente per rafforzare la partecipazione, la qualità politica e di conseguenza le liste. Ripartiamo dai comuni.
Alla fine la Costituente sarà soprattutto una resa dei conti tra Conte e Grillo, no? Lei l’avrebbe evitata?
Il Movimento appartiene alla comunità dei suoi iscritti, e a tutti quelli che vogliono dare un contributo per sostenerlo. Lo scontro non ci serve: l’attenzione va focalizzata sul confronto e sui contenuti.
Grillo l’ha cercata in queste settimane?
Ci siamo sempre sentiti, meno di recente.
La figura del garante, la carica di Grillo, potrebbe essere cancellata o svuotata di poteri. Eppure fanno il suo nome come nuovo garante.
Il garante è Beppe Grillo.
E sulla sua candidatura in Campania? Tanto più se verrà cambiata la regola dei due mandati…
È una speculazione giornalistica. Nessun nome al momento è sul tavolo, anche perché non sappiamo neppure quando si voterà. Ciò che è certo è la nostra alleanza con Pd, Avs e forze civiche a Napoli, che ha dato vita a un’esperienza di governo stabile. Un’alleanza su temi e programmi che vogliamo portare anche in Regione.
De Luca non si fa da parte.
Su questo si sono già espressi i consiglieri regionali e i parlamentari del M5S, votando contro l’ipotesi di un terzo mandato per figure monocratiche.
Si vota in Umbria e in Emilia Romagna. Se la sua candidata umbra perdesse, per il campo progressista sarebbe un colpo ferale?
Siamo convinti delle alleanze e del lavoro fatto nelle due regioni. Siamo nel campo progressista, dove abbiamo condiviso un’agenda politica importante, a partire dalla sanità pubblica.
Schlein insiste nel voler coinvolgere Matteo Renzi.
Non mi pare il caso di dargli troppa importanza. Anche perché il campo riformista è rappresentato da tante altre figure che con quella persona non c’entrano nulla.