IL CASO
MASSIMO PICONE – ALBISOLA SUPERIORE

«Se i dirigenti dell’Anas e della Ici non si faranno vedere all’assemblea organizzata per domani mattina, in accordo con le altre sigle sindacali ci rivolgeremo direttamente al prefetto. Il commissario straordinario a lui dovrà per forza dare delle risposte concrete. I problemi si risolvono in cantiere, non in videoconferenza o tramite delle mail».

Così Andrea Tafaria, segretario generale regionale della Filca, la federazione degli edili della Cisl.

Il sindacalista si esprime sul caso degli operai specializzati e degli impiegati operanti nell’Aurelia Bis Albisola Superiore-Savona/corso Ricci, la superstrada in concessione all’Anas e appaltata alla Italiana Costruzioni Infrastrutture S.p.A. con sede a Roma e con quest’ultima alle prese da due mensilità alle maestranze e la Cassa edile dal marzo scorso. «Con lo sciopero che inizierà domani, e vedremo in occasione dell’assemblea come proseguirà, vogliamo dare un messaggio preciso: la fase della pazienza è finita. Tra l’altro senza versamenti alla Cassa edile, questa non rilascia il Durc (il Documento unico di regolarità contributiva che è l’attestazione della regolarità contributiva dell’azienda verso Inps, Inail e appunto Cassa Edile, n.d.r.), quindi non può nemmeno continuare a lavorare» – aggiunge Tafaria. «L’azienda ha chiesto di pazientare fino al 21 novembre, giornata in cui sarebbero ipotizzati i bonifici. Ma i dipendenti non possono più aspettare ancora. Alcuni di loro, essendo specialisti come carpentieri, mulettisti, escavatoristi, hanno già trovato impieghi altrove dove sono regolarmente retribuiti. Ad altri non è stato rinnovato il contratto scaduto il 31 ottobre.

Attualmente ad Albisola è rimasta in servizio solo una ventina di unità. Anche i fornitori, tra l’altro, lamentano il ritardo di pagamenti. Se loro avanzano il pagamento delle fideiussioni alle appaltatrici, qui si blocca tutto per chissà quanto tempo».

Quindi, ad oggi, l’opera non può andare avanti seguendo il cronoprogramma prestabilito. «Il caso si ripete anche in altri cantieri sparsi per l’Italia e sempre appaltati alla Ici. Però, ad esempio, per i lavori della metropolitana di Torino, il Comune committente ha anticipato i versamenti per le maestranze e i lavori proseguono, poi sarà l’Ici a saldare il debito verso l’amministrazione municipale. La gente, ormai, non crede più alle promesse dell’azienda. Ripeto, speriamo che domani facciano valere presidi. Tra le anomalie riscontrate in questo vicenda, voglio segnalare che i direttori di cantiere ed i quadri cambiano spesso. Un altro segnale di incertezza per gli operai» – aggiunge Tafaria.

La soluzione di rivolgersi direttamente al prefetto penso sia la più opportuna, considerando che si tratta di un’opera di interesse pubblico che ha anche il finanziamento dell’Anas. Per chiudiamo che l’Aurelia Bis ritorni ad essere una cattedrale nel deserto.