Il rapporto tra il Movimento 5 Stelle (M5S) e il Partito Democratico (PD) è come un ballo complicato: a volte si avvicinano con entusiasmo, altre volte si pestano i piedi. Le difficoltà di collaborazione derivano da vecchi vizi: il PD ha spesso la tendenza a voler fare da prima ballerina nelle alleanze, creando inevitabilmente tensioni con il M5S e altre forze politiche. Questo atteggiamento, radicato nella storica sicurezza di chi si sente sempre protagonista, spesso finisce per sabotare il valzer verso obiettivi comuni.

Secondo me, il PD da solo non riesce a competere contro il centrodestra e ha bisogno di partner per sperare di vincere il torneo. Tuttavia, dopo la costituente, il M5S dovrà capire se gli conviene accettare di ballare in coppia o continuare la sua esibizione solitaria. Queste scelte dovranno basarsi sulle opinioni dei responsabili territoriali , e sull’umore (e il fiuto da critici di danza) degli attivisti. Non cerchiamo partner a tutti i costi, ma alleanze che ci permettano di non perdere il ritmo e di raggiungere risultati senza inciampare.

Il PD, dal canto suo, deve smetterla di guardarsi allo specchio convinto di essere l’unico con il passo giusto. Se vuole essere un partner credibile, è ora che rinnovi il corpo di ballo e abbandoni quella supponenza che fa storcere il naso agli spettatori. Solo così si potrà creare un dialogo più armonioso e, chi lo sa, magari una performance premiata con un applauso.

Noi del M5S siamo fieri della nostra coreografia indipendente, basata su principi di partecipazione dal basso e mosse audaci, che a volte si scontrano con i movimenti più rigidi e classici del PD. Queste differenze emergono non solo quando si discute di temi come la transizione ecologica o la giustizia sociale, ma anche nella scelta dei protagonisti del ballo.

Dal mio punto di vista, per superare questi passi falsi servirà un cambio di mentalità da entrambe le parti. Il PD deve essere disposto a fare spazio sulla pista e ascoltare le proposte degli altri, mentre noi dovremo smussare qualche angolo troppo spigoloso per evitare di calpestare i piedi altrui. La costituente del 27-28 novembre è la nostra chance per un cambio di ritmo decisivo e per mostrare agli elettori un M5S più maturo e pronto per il gran ballo della politica.  Dobbiamo uscire da questa costituente pronti ad aprirci alla società civile, attingere nuova linfa dalle associazioni del terzo settore e metterci in gioco con chi la pensa diversamente.”

Di L.C.