Appendino: «Orlando candidato non credibile» È bufera tra M5S e Pd


la polemica
Emanuele Rossi / Genova
La polemica del giorno dopo, quella che non ti aspetti, nel centrosinistra arriva da Torino: è Chiara Appendino a dare voce all’insofferenza di un’ala del M5S che in Liguria non è emersa , ma che esiste e vorrebbe staccarsi dalla partnership elettorale con il Pd : «In Liguria non siamo riusciti a costruire un progetto per una vera alternativa alla destra – dichiara l’ex sindaca di Torino in un’intervista al Fatto quotidiano – A capo della coalizione non c’era una figura innovativa e credibile per i nostri elettori (Orlando, ndr), che potesse garantire discontinuità. Penso che molti elettori del M5S non siano andati a votare proprio per questo, perché non riuscivano a distinguere tra i due campi ». Parole destinate a pesare nel rapporto, già incrinato, tra il Pd e gli alleati in Liguria . Ma che riecheggiano di fatto la posizione di Marco Travaglio nei suoi editoriali post voto, una voce molto ascoltata nella comunità del Movimento. Mentre chi crede nell’alleanza organica del centrosinistra ascolta la presidente M5S della Sardegna Alessandra Todde: « L’alleanza tra Pd e Movimento 5 stelle ha tenuto perché ci siamo presentati insieme, poi chiaramente ci sono i risultati elettorali che parlano e sui risultati elettorali contano i contesti territoriali», dice la presidente sarda che è venuta in Liguria a sostenere Orlando , a differenza della Appendino.
Tacciono i grillini liguri , che anzi nei giorni scorsi hanno ringraziato Orlando per lo sforzo delle elezioni, anche riconoscendo lo scarso apporto del Movimento quando il candidato non è uno dei loro. Mentre il Pd reagisce , in Liguria come a Roma. Perché nel momento in cui si vuole insistere per avere Orlando in consiglio regionale a guidare tutta l’opposizione e le manovre per le comunali di Genova, l’attacco della vice di Conte rischia di fare ancora più male. «Capiamo che in vista della Costituente e in presenza del dibattito interno al M5S si siano messi in moto una serie di meccanismi che puntano anche a rimuovere scelte assunte con convinzione da tutto il Movimento, – commenta il segretario del Pd ligure Davide Natale – ma non possiamo accettare che si mistifichi la natura e la scelta di Andrea Orlando come candidato della coalizione in Liguria . Scelta avvenuta dopo mesi di discussione, dopo che Orlando aveva affermato pubblicamente la sua disponibilità a sostenere candidature più unitarie qualora ne fossero maturate, e non ne sono maturate, dopo una affollata assemblea del M5S ligure che aveva investito lo stesso Orlando della responsabilità di una candidatura unitaria, dopo impegni sottoscritti nero su bianco nel programma per le regionali dagli esponenti liguri del M5S. Non vorremmo deludere Appendino ma i motivi del risultato del M5S sono da cercare altrove ».
Anche da Roma rispondono in difesa dell’ex ministro della giustizia: « Non si capisce dalle parole di Appendino chi o cosa abbia impedito al Movimento di fare una campagna elettorale centrata sui loro temi qualificanti, piuttosto che concentrarsi sulle composizione delle liste della coalizione. Infine se il modello a cui aspira Appendino è quello piemontese, non mi sembra francamente che per il M5s il risultato sia stato incoraggiante. Ora sarebbe il momento di abbandonare la tattica a uso interno e concentrarsi sulle prossime elezioni regionali in Emilia e Umbria », commenta la vicepresidente dem del Senato, Anna Rossomando . E Marco Sarracino della segreteria dem aggiunge «La generosità e la disponibilità di Orlando a candidarsi in regione, e i 13mila voti presi in più rispetto alle liste a suo sostegno , dimostrano il grande lavoro fatto per recuperare uno scarto di 17 punti percentuali rispetto al centrodestra di soli 4 anni fa, e non merita, a nostro avviso, di essere liquidato in un dibattito interno al M5S che rispettiamo e sul quale non entriamo». 
Resta il fatto che il “dibattito interno al M5S” esiste eccome ed è destinato ad avere un peso anche sulle prossime comunali genovesi. Nel Movimento non sono pochi quelli che vorrebbero presentare un proprio candidato, non di coalizione, almeno al primo turno. Un modo per fare una campagna elettorale più caratterizzata sui temi del M5S e non essere percepiti come subalterni ai dem . Ma il grosso ostacolo a questa tendenza è la situazione dei municipi genovesi: un M5S isolato infatti potrebbe sì convergere al ballottaggio sul candidato del centrosinistra, ma sarebbe probabilmente destinato a perdere nei nove municipi, dove il voto è in un’unica tornata. E al momento l’unico amministratore del M5S eletto in Liguria è il presidente del Centro ovest Michele Colnaghi , con una maggioranza in cui ci sono anche il Pd e i rossoverdi. «Vedremo dopo la Costituente», rimandano gli eventuali ragionamenti nel Movimento. Ma nel frattempo il Pd ha fretta di mettersi in moto per le elezioni comunali per non disperdere il vantaggio sulla città di Genova raccolto grazie alla campagna di Orlando. E il tema del rapporto con il M5S è destinato a condizionare ancora a lungo le strategie del centrosinistra genovese