Pirondini: «Macché Beppe, il problema è il caso Imperia»

l’intervista
Alessandro Palmesino / Genova
«Grillo licenziato? Ma no, è solo una questione contrattuale. Abbiamo perso? Nel 2022 alle comunali abbiamo preso il 4%. I problemi sono altri e il primo da approfondire è Imperia». Il senatore genovese del M5S Luca Pirondini analizza serenamente il voto delle regionali e attribuisce la sconfitta del “campo largo” – ma anche del suo partito – ad altri fenomeni.
Pirondini, che cosa è andato storto?
«La prima cosa che rilevo e che è secondo me molto importante sono le preferenze. Il centrodestra ha messo in campo parlamentari, sindaci, assessori: Edoardo Rixi ha fatto da traino per la Lega. Il centrosinistra su questo ha lavorato molto meno. Questo ha influito molto secondo me. Purtroppo pur avendo ottime persone sul territorio, su questo noi siamo rimasti indietro. Credo che si debba riflettere su come comporre le liste».
Il M5S però ha fatto un risultato molto basso, e l’analisi è che abbia pesato il litigio tra Conte e Grillo.
«È una retorica che dice più di quello che è in realtà. Alle comunali del 2022 abbiamo preso il 4%. Alle politiche ed europee siamo andati tra il 12 e il 14%. Ma il tema resta quello dei candidati. Il nostro Stefano Giordano è stato premiato, ma è troppo poco».
Quindi lo strappo non conta nulla?
«Se ne fa un problema eccessivo. La discussione è ancora aperta e Beppe Grillo è ancora garante del Movimento. Penso che si troverà una soluzione».
E allora la sconfitta del “campo largo” da dove arriva?
«Arriva da Imperia, che è un tema che va davvero approfondito. Ci sta che in certe comunità o territori la destra prenda più voti. Non ci sta che in una intera provincia un candidato prenda due terzi dei voti».
Che cosa intende?
«Che va fatto un approfondimento. Non dico nulla di più. Ma resta per me inspiegabile come un candidato bocciato a Genova e alla Spezia, a Savona come città, finisca per vincere con diecimila voti che arrivano tutti dalla stessa parte».
Alle comunali di Genova che cosa farete?
«È presto per dirlo ma per quello che posso dire il campo largo non è in discussione. Abbiamo sei mesi per ragionare, usiamoli bene»
