Resa dei conti/2. Dimezzati i consensi delle Europee di giugno. Accuse a Beppe: “Nostro elettorato disorientato”

Luca de Carolis

La tempesta perfetta. La peggiore delle sconfitte, per l’avvocato e i suoi Cinque Stelle. Con Andrea Orlando che in Liguria perde di un soffio e il Movimento che precipita sotto il 5 per cento, proprio nella regione del Beppe Grillo che sabato aveva scomunicato e dichiarato estinti i Cinque Stelle, con tanto di macumba contro i candidati “catapultati dall’alto”. Il pollice verso del fondatore, che ieri non si è fatto vedere nel suo seggio nel quartiere Sant’Ilario (ma aveva disertato già nelle Europee). In serata la contiana Vittoria Baldino, ospite di Lo Stato delle cose, lo accusa: “Il suo video nel giorno di silenzio elettorale ha disorientato il nostro elettorato”. Gli dà almeno parte della colpa. Con il Pd che guarda tutto da lassù, irritatissimo, con il suo quasi 29 per cento. Ma soprattutto con Matteo Renzi che infierisce contro Giuseppe Conte, quello che lo aveva fatto restare fuori dalle liste liguri: “Oggi ha perso Conte e chi ha messo veti su Italia Viva, chi vuole solo escludere e odiare”.
Il sale sulle ferite del primo nemico, lo schiaffo che proprio il M5S non voleva. “Se si perde di poco quello ce lo rinfaccerà” temevano ai piani alti: e così è andata. Un macigno, sull’idea di campo progressista dell’ex premier, ovviamente senza il fu rottamatore. Ma ci sarebbe anche l’ex Nicola Morra con il suo 0.9 per cento a fare più male del previsto. Voti pesanti, in una partita giocata scheda a scheda. A meno di un mese dall’assemblea costituente che dovrebbe “riossigenare il M5S” – Conte dixit – le mille facce di un tonfo, per i 5Stelle. L’ennesimo nelle amministrative dove, tranne rare eccezioni – la Sardegna, Foggia – il M5S contiano perde regolarmente con numeri da lista civica.
Questa volta arriva uno sconfortante 4,6 per cento, lontanissimo dal 10 abbondante delle Europee (il 12 per cento, a Genova), deprimente perfino rispetto al 7,7 per cento della Regionali 2020. Speravano di galleggiare attorno a quel dato, nel M5S. E invece no. Mentre Alleanza Verdi e sinistra se ne sta sopra il 6 – dato notato con diffusa preoccupazione, nel Movimento – e anche la lista civica di Orlando fa un po’ meglio. Notte fonda, insomma. E figurarsi il ghigno di Grillo. Difficile capire quanto abbia inciso con il suo video di sabato
Ma a naso, lo scontro finale tra il fondatore e Conte può aver lasciato a casa più di un veterano, esausto. Di certo, in una gara equilibratissima, ha pesato la candidatura di un altro nemico dell’avvocato, Morra, che con Uniti per la Costituzione ha sfiorato l’1 per cento. E quelli sì, che erano voti dei 5Stelle, anzi grillini. In sintesi, il garante un po’ si è comunque vendicato. Ma l’ex senatore non cercava rivincite, giura al Fatto: “Non è un nostro problema, siamo contro la partitocrazia, i due schieramenti per noi erano speculari”. Il coordinatore genovese del M5S, Stefano Giordano, sospira: “Più di così non si poteva fare, bisogna tenere i nervi saldi”. E Iv? “Restando fuori ci ha dato almeno un paio di punti in più” assicura.
Ma ora sarà più complicato ribadire a Elly Schlein che Renzi deve rimanere comunque fuori della porta. Nell’attesa il capo di Iv maramaldeggia: “Aver messo un veto sulla nostra comunità ha portato il centrosinistra alla sconfitta”. Ma in serata Conte ribatte: “Risultato deludente, ma lui e i suoi epigoni ci avrebbero fatto perdere ancora più voti”.