Alla vigilia delle urne, il video del garante: “Rivendico il diritto all’estinzione del M5S, ora Conte si faccia il suo partito”

Non sarà più casa e soprattutto cosa sua, il Movimento. Così Beppe Grillo lancia la maledizione da fondatore e ancora garante contro Giuseppe Conte, quello che lo ha appena “licenziato”, annunciando in un libro di Bruno Vespa che non gli rinnoverà il contratto da 300 mila euro. “Da creatore del M5S, rivendico il mio diritto alla sua estinzione” proclama tramite video.
Soprattutto, Grillo prova anche ad affondare il campo largo a poche ore dal voto ligure: “Riguardo queste elezioni in Liguria e in Emilia-Romagna, ma i candidati che appoggiano questo movimento progressista di sinistra chi li ha votati? C’è stata una votazione dal basso? No, sono stati catapultati dall’alto, messi lì, i soliti giochi della vecchia politica. Non c’è democrazia dal basso, è una bassa democrazia”. Eccolo, l’anatema di Grillo che diversi dem temevano. Il tentativo di vendetta, proprio nella sua Liguria, dove la base del Movimento non voleva come candidato Andrea Orlando. Da qui il riferimento al candidato “catapultato”. Mentre la lista M5S è stata votata dagli iscritti, ma in blocco: prendere o lasciare. Tutto lì, nell’unico lembo di Nord dove i 5Stelle sembravano ancora vitali, con il loro 12 per cento alle Europee, confortante rispetto al disastroso 9,99 per cento nazionale. Nelle liste liguri Conte ha preteso di non avere renziani. Se il centrosinistra perdesse, magari di poco in una partita che i sondaggisti descrivono equilibratissima, il fu rottamatore si sgolerebbe contro l’avvocato, reo di aver imposto il veto a Elly Schlein.
Grillo lo sa, e spera di convincere i vecchi attivisti a restare a casa. “Abbiamo candidati trapassati, tra il passato e il trapassato” infierisce. Forse non ha altre armi, cioè non può sfidare l’ex premier per vie legali. Servono troppi soldi, per pagare l’avvocato – Pieremilio Sammarco, presso cui lavorava Virginia Raggi – e ne servirebbero altri, molti, in caso di sconfitta in tribunale.
Così si aggrappa a un video. Con inizio ficcante, perché Grillo resta un satiro: “Anche Vespa si inserisce in questa liturgia terrificante di avvocati e notai: già leggere un suo libro è perversione, feticismo della comunicazione”. Ma il punto è che “il Movimento non c’è più, è evaporato”. Ormai è la creatura di Conte, che il garante ribattezza come “il mago di Oz”: il suo nemico. “Va bene, dobbiamo fare le persone civili. Lui si può fare il suo bel partito, il suo manifesto con la sua faccia con su scritto ‘Oz e i 22 mandati”.
Ed è l’unghiata anche ai tanti eletti che vogliono l’abbattimento della regola totem, proprio nel sabato in cui i 330 sorteggiati per la Costituente discutono via web anche dei due mandati. Il fondatore però insiste su altro: “Quando vedo il mago di Oz parlare di democrazia diretta mi viene un buco allo stomaco”. Grillo parla di selezioni web ormai svuotate, sempre con l’intento di vellicare la vecchia guardia ligure. Magari sperando che porti voti a un ex storico come Nicola Morra, in campo con Uniti per la Costituzione. Conte, in tour elettorale in Emilia-Romagna, gli fa rispondere da qualche maggiorente: da Barbara Floridia – “Caro Grillo, siamo vivi e vegeti” – a Vittoria Baldino: “Le azioni di Beppe sono animate dal rancore”. Poi batte un colpo anche lui, snobbandolo: “Grillo? Per il Movimento è l’ultima sessione del confronto deliberativo per la Costituente. Siamo più vivi che mai”. Fuori taccuino, dal M5S sibilano: “È alla resa, nel video ha riconosciuto che l’assemblea è assolutamente giusta”. E nel Pd? Ufficiosamente, serafici: “Ormai Grillo non sposta quasi più nulla”.
Ieri qualche dem ha sondato i 5Stelle locali. “Sembravano tutti tranquilli” è il responso. E il coordinatore ligure del M5S, Roberto Traversi, lo conferma indirettamente: “In Liguria abbiamo fatto un percorso importante: ora conta il futuro, verso la Costituente”. In tanti sembrano pensare più al maltempo, che oggi in zone a rischio porterà allo spostamento di alcuni seggi. Altro fattore che potrà incidere, sull’astensione che si teme già alta: a prescindere da Grillo.