Nuovo schiaffo del M5s a Grillo Verso il via libera al terzo mandato

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Uno schiaffo tira l’altro. Per Beppe Grillo oggi sarà un’altra giornata amara, dopo quella di giovedì, quando è venuto a sapere dalle agenzie di stampa che Giuseppe Conte non gli rinnoverà il contratto di consulenza da 300 mila euro all’anno. Oggi, infatti, nei tavoli virtuali dell’assemblea costituente si discutono le proposte di modifica al Codice etico del Movimento 5 stelle e, al primo punto all’ordine del giorno, c’è la revisione dell’articolo 2, quello che stabilisce il limite dei due mandati elettivi.
Il totem intoccabile secondo Grillo, uno dei tre paletti che il fondatore avrebbe voluto mettere al confronto degli iscritti (insieme al cambio del nome e del simbolo), vedendosi però stoppare bruscamente da Conte. Nella «guida alla discussione», che gli esperti della società “Avventura Urbana” hanno preparato sul tema, si legge che «secondo alcuni contributi, è fondamentale conservare il limite dei due mandati per mantenere salda l’identità del Movimento». Insomma, in due righe si dà spazio a chi la pensa come Grillo. Ma poi si va nella direzione opposta: «Secondo altri, invece, rischia di penalizzare il Movimento, perché è l’unico partito che lo adotta – continua la guida – perché produce una dispersione di competenza e perché due mandati sono ritenuti un periodo troppo breve per riuscire a valutare i risultati del lavoro che viene svolto dagli eletti». La soluzione emerge spontanea. «È stato suggerito di abolire il limite dei due mandati – spiega ancora il documento a disposizione degli iscritti – di introdurre regole che permettano un terzo o più mandati, in seguito a una valutazione delle competenze e dei risultati conseguiti o subordinati a una votazione interna per chi intenda ricandidarsi». Insomma, non un via libera generalizzato, ma un’opportunità da valutare caso per caso, laddove (ad esempio, un Comune o una Regione) un candidato possa rappresentare un valore aggiunto per il Movimento. Comunque, questa è la prospettiva che viene suggerita e che potrebbe finire nel documento di indirizzo politico, in vista dell’atto finale dell’assemblea del 23-24 novembre. Oggi, dunque dovrebbe essere assestata la prima picconata ufficiale al totem grillino e un altro schiaffo al fondatore licenziato.