” Bucci imbarca tutti pur di rimontare Noi mai nello stesso campo di Renzi”

«Per me il campo largo non è mai esistito e mi spiego: largo è un aggettivo che dice solo “qui dentro può finire di tutto”, è un’immagine usata dagli avversari, loro hanno un’idea diametralmente opposta della politica. Io parlo di campo progressista, quello che ha vinto le regionali in Sardegna». Parole e musica di Luca Pirondini, genovese, maestro di viola, senatore del Movimento Cinque Stelle, primo musicista di professione eletto a Palazzo Madama, nell’intera storia repubblicana. Fu preceduto da Giuseppe Verdi, senatore del Regno.
Pirondini, il vostro veto a Italia Viva, a un mese dalle regionali, restringe il campo largo…
«Insisto, credo che il campo largo sia un’invenzione degli avversari. Noi parliamo di campo progressista, condividiamo valori e programmi. Non avremo mai nulla da spartire con Italia Viva e Matteo Renzi».
Lo avete detto a 12 ore dalla chiusura ufficiale delle liste, prima non era possibile?
«Falso, lo abbiamo sempre detto, anche pubblicamente: non saremo mai nello stesso perimetro politico dei renziani, non faremo mai nulla con loro. Lo abbiamo ribadito chi-a-ra-men-te pure a fine agosto, quando è stata ritirata la mia candidatura e abbiamo deciso di sostenere Andrea Orlando. Tre settimane dopo la Liguria, si voterà in Umbria ed Emilia Romagna. In Liguria, ma qui più che a un caso nazionale eravamo di fronte a una presa in giro mondiale».
Quale?
«Qui Italia Viva era da anni a favore del candidato del centrodestra Marco Bucci, però all’improvviso voleva far credere a tutti di essere anche contro Bucci. Ha un assessore in giunta con il sindaco di Genova, ma si schiera contro Bucci quando diventa anche candidato in Regione».
Non teme che l’assenza dei centristi possa penalizzare il vostro risultato. Bucci ha già fatto un appello al voto per gli elettori di Italia Viva…
«Bucci imbarca chiunque pur di provare a rimontare. Ha imbarcato anche un ex consigliere regionale indagato per voto di scambio nell’inchiesta che il 7 maggio scorso a portato all’arresto di Giovanni Toti, ex presidente della giunta regionale. Consigliere che dovrebbe anche spiegare i suoi rapporti con alcuni esponenti della comunità riesina di Genova. Chi è indagato ha il sacrosanto diritto di difendersi, ma dovrebbe avvertire il dovere di non candidarsi prima di aver chiarito la propria posizione». G. Tim. —
