Scuola a pezzi

Elisa Forte
Sessantanove crolli in 12 mesi: nelle scuole italiane questo numero non era stato mai raggiunto negli ultimi 7 anni. Il record di crolli (quasi 6 al mese) è un dato dello scorso anno scolastico. Oltre ai danni e all’interruzione delle lezioni, sono rimasti feriti (per fortuna senza gravi conseguenze) 9 studenti, 3 docenti, 2 collaboratori scolastici, un’educatrice e 4 operai. A dare ascolto al racconto dei numeri, nella scuola le cose da migliorare paiono davvero essere molte di più rispetto a quelle che funzionano. L’ultimo dettagliato Rapporto ImparareSicuri di Cittadinanzattiva non ha solo messo a nudo le crepe dell’edilizia scolastica. Dati, raffronti, grafici e schede compongono una mappa del cattivo stato di salute degli istituti. La diagnostica degli edifici scolastici, in Italia sono 40.133, restituisce un quadro sconcertante se si analizzano l’agibilità (il 59,16% non ha il certificato), l’antincendio (la prevenzione è carente nel 57,68% degli istituti) e il collaudo statico (manca nel 41,5% dei casi). E sono ancora troppo poche (solo l’11,4%) le scuole progettate secondo le norme antisismiche.
Poi, «se c’è di mezzo l’edilizia di scorporo, la situazione peggiora. Se gli edifici sono stati costruiti con materiali scadenti, non solo la manutenzione diventa costosa, ma, a volte, cercare le cause di alcuni problemi comporta tempi lunghi», spiega il preside Giovanni Cogliandro. Basta vedere quel che è successo all’Istituto che dirige, il Comprensivo Mozart di Roma, in Viale Castelporziano, poco distante dalla tenuta del Presidente della Repubblica. In alcune classi pioveva. «Per risalire alle origini delle infiltrazioni – racconta Cogliandro – il Comune, finora sempre pronto a intervenire, ha dovuto fare decine di interventi. Alla fine è stato scoperto che la guaina dell’intera scuola era stata montata al contrario». «Colpa dell’edilizia di scorporo – precisa –. Se i controlli latitano si costruisce al risparmio e i guai sono nostri. Così noi presidi per proteggerci da eventuali danni intasiamo le pec delle istituzioni con continue segnalazioni. Siamo costretti a comportarci come si fa nella medicina difensiva».
C’è ancora tanto da fare anche per abbattere le barriere architettoniche. «In questo nuovo anno scolastico sono 331.124 gli alunni con disabilità (4,68% dei 7.073.587 del totale studenti), in aumento rispetto al precedente in cui erano 311.201. Solo il 40% delle scuole risulta accessibile per chi ha disabilità motorie. Situazione ancora più grave per gli alunni con disabilità sensoriali: le segnalazioni visive ci sono nel 17% delle scuole mentre i percorsi tattili sono presenti solo nell’1,2%», commenta Anna Lisa Mandorino, segretaria generale di Cittadinanzattiva.
I crolli record dell’ultimo anno sono stati 28 al Nord, 13 al Centro e 28 al Sud. A La Spezia nella scuola media Fontana è rimasta ferita una tredicenne per il crollo di intonaco nel bagno. Si stava lavando le mani, quando un metro quadro di materiale si è staccato: ha riportato escoriazioni alla fronte e al braccio. Un mese prima, tragedia sfiorata a Chiavari: si è aperta una voragine di 12 metri quadrati nel corridoio della scuola Della Torre. Fortunatamente nessuno si è fatto male. Mancavano pochi giorni alla chiusura dell’anno scolastico, era il 3 giugno scorso e a Venezia è crollato il controsoffitto affrescato del ‘700 in un’aula del liceo Benedetto Tommaseo. E un violento temporale ha fatto cedere il controsoffitto alla Media di Cerro del Lambro in Lombardia. 
A volte, fuori dalla scuola, se la manutenzione del verde non è una priorità, si rischia di finire sotto un albero. A Rivalta, in Piemonte, è venuto giù un cedro. Un grosso albero di pino si è piegato davanti all’ingresso di una scuola ad Anzio. Mentre un altro pino in Sardegna ha oltrepassato la recinzione della scuola e ha abbattuto un palo dell’Enel. A Roma, il preside Cogliandro gioisce perché «finalmente ha le facciate con l’intonaco nuovo» ma lotta contro i parassiti degli eucalipti nel cortile. E nel Viale della scuola stanno tramontando anche i pini marittimi, lascito dei Savoia. «Sono altissimi e a volte cascano». La cura verde, dentro e fuori la scuola, resta una chimera.