Santa Corona, arrivano 105 milioni Ecco come sarà il nuovo ospedale

Il caso
Luisa Barberis / Pietra ligure
Ci sono i soldi per il nuovo ospedale Santa Corona di Pietra Ligure, che si prepara a chiudere col passato. Nel futuro c’è un grande monoblocco che sorgerà al posto delle tante palazzine che oggi costituiscono il Dea di secondo livello. L’operazione decolla grazie alla firma del tanto atteso decreto interministeriale, che impegna Inail a realizzare il nuovo Santa Corona, versando anche i 105 milioni di euro che mancavano per sostenere un’operazione che nel complesso vale 250 milioni di euro. Una svolta vera.
Il documento è stato siglato lo scorso mercoledì a Roma da tre ministri, Orazio Schillaci per il dicastero della Salute, Giancarlo Giorgetti per l’Economica, Marina Elvira Calderone per il Lavoro. L’atto rappresenta «la prima pietra amministrativa» per cambiare volto, ristrutturando se non costruendo ex novo, una ventina di ospedali e presidi sanitari in Italia.
Per la Liguria ci sono 190 milioni di euro per costruire il nuovo Galliera di Genova e appunto 105 per il Santa Corona. Nel 2022 l’Inail aveva già messo a disposizione i primi 145 milioni di euro, ma nel frattempo i costi (anche per una rivalutazione dei prezzi) sono lievitati. Così Asl e Regione avevano chiesto all’Istituto di confermare la disponibilità a versare anche la restante quota. L’ok arriva adesso.
Anche il percorso è già segnato: nelle prossime settimane, dopo un passaggio formale in conferenza Stato-Regioni per la ratifica, l’atto verrà pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale per bandire le gare d’appalto nel più breve tempo possibile. La notizia è stata accolta con grande soddisfazione nel Savonese, dove ormai da mesi si lavorava all’obiettivo.
«Un traguardo estremamente importante, stavamo aspettando quest’atto per ingranare la marcia – commenta il direttore generale dell’Asl savonese, Michele Orlando -. È già pronto il documento per chiedere alla società Ire di realizzare la progettazione, ci vorranno 2 o 3 mesi, ma le idee sono chiare. Siamo molto speranzosi: per la prima volta non solo abbiamo la possibilità di finanziare un progetto così importante come il nuovo Santa Corona, ma ci sono tutte le condizioni affinchè questo vada in porto per garantire agli assistititi risposte in un complesso più moderno ed efficiente».
Ma come cambierà il Santa Corona? Il salto di prospettiva è radicale: non più una “città sanitaria” organizzata su più palazzine come oggi, ma un grande centro da 418 posti letto, di cui ben 367 in un monoblocco. Altri 51 letti verranno allestiti nel padiglione 18, uno dei pochi che resisterà alla rivoluzione e non verrà abbattuto, ma avrà una nuova vita e accoglierà i servizi dell’ospedale-territorio. L’obiettivo del nuovo Santa Corona è superare la logica dei piccoli e ormai datati padiglioni: per questo alcuni verranno dismessi o demoliti per lasciare spazio al nuovo complesso, altri verranno riorganizzati.
Impossibile pensare che in un Dea di secondo livello, ossia l’ospedale di riferimento non solo del Savonese ma al quale guarda anche l’Imperiese, i pazienti debbano ancora essere trasferiti in ambulanza da un repart o all’altro, per esempio dal pronto soccorso alla Medicina, perché questi sono organizzati in edifici non collegati e spesso lontani tra loro. Nel nuovo ospedale sarà tutto a portata di ascensore.
Di fatto non cambieranno i confini del Santa Corona, ma il colpo d’occhio finale vedrà sorgere il nuovo edificio vicino alla via Aurelia, al posto dei padiglioni Primo chirurgico, ex Polio e piastra dei servizi, che verranno demoliti. Il cantiere verrà aperto in un’area che non solo è all’interno del perimetro dell’ospedale, ma che è già dell’Asl, quindi senza bisogno di procedere con espropri. La nuova costruzione occuperà anche l’attuale elisuperficie, che in via temporanea verrà ricollocata sopra il blocco operatorio, quindi, una volta che il nuovo Santa Corona sarà finito, verrà trasferita sul tetto del monoblocco. Qui, al piano terra verrà organizzato il pronto soccorso (da ampliare) e tutti i servizi funzionali all’area dell’emergenza-urgenza, per esempio la diagnostica per immagini, i laboratori, zone di accoglienza e prenotazione, il blocco operatorio, quello endoscopico, l’area direzionale e quella dei servizi generali. Ai piani superiori troveranno casa i vari reparti di degenza, accorpati in base a un modello di intensità di cura: per esempio ci sarà un’area per la medicina interna, comprensiva di gastroenterologia, pneumologia e oncologia, una per tutte le attività cardiologiche, una zona chirurgica e per gli altri servizi del Dea. Il progetto prevede anche il ritorno dell’Ostetricia, oggi chiusa dal 9 novembre 2020. Asl ha già scritto tutto nel “quadro esigenziale”, ossia il documento base nel quale ha pianificato come trasformare l’ospedale di Pietra, prevedendo anche altri 36 milioni di euro per arredi e attrezzature, per i quali resta da identificare il finanziamento. La Regione ha approvato il documento nel settembre 2023 e ha riconosciuto «l’alto valore strategico per il sistema sanitario regionale dell’intervento di riqualificazione dell’ospedale Santa Corona».Intanto per quanta riguarda l’assetto organizzativo dell’offerta sanitaria annunciata dall’Asl in provincia, per i prossimi giorni è prevista la riattivazione delle due sale operatorie dell’ospedale San Giuseppe di Cairo. E all’interno del nuovo assetto delle case di comunità è prevista anche l’apertura di tre nuovi consultori per assistere le donne in difficoltà. —
