Sale operatorie dall’8 ottobre ma solo un giorno la settimana

L’8 ottobre verranno riattivate le due sale operatorie dell’ospedale di Cairo, mentre proseguono a ritmo serrato i lavori per la ristrutturazione del nosocomio e la realizzazione della casa di Comunità. Ma, nel concreto, quali saranno i vantaggi per la sanità valbormidese? Le sale operatorie, inaugurate esattamente 10 anni fa, costo 2,5 milioni, e poi, dopo un anno o poco più, praticamente sottoutilizzate e poi inutilizzate, nel 2014 avevano erogato 1127 prestazioni, ovviamente sempre in day surgery. Ora si parla di un inizio molto soft, con una seduta la settimana.
Risponde, il direttore socio sanitario dell’Asl 2, la dottoressa Monica Cirone: «Riportare un servizio all’interno di un ospedale è comunque sempre un passo avanti. Gli anestesisti insieme all’equipe chirurgica proprio in questi giorni stanno definendo il programma, quindi non si può ancora parlare di numeri, ma si spazierà dalla Chirurgia della mano, per risolvere problemi alle articolazioni e tendini; Chirurgia generale di bassa complessità; Chirurgia dermatologica, per la rimozione di nevi, cisti e altre lesioni cutanee, Chirurgia plastica, per interventi di ricostruzione e correzione di difetti estetici. Inizialmente una sola seduta perché ci sono protocolli e procedure di sicurezza da rispettare molto rigidi, ancor più che si tratta di riprendere un’attività (oltre che per la concreta disponibilità degli anestesisti), poi si passerà a due la settimana». Ed aggiunge: «Occorre poi ragionare non solo a livello locale, ma di Asl2: tale attività consentirà di alleggerire da interventi di bassa complessità le sale di Savona e Pietra che potranno così essere agevolate nel ridurre le liste di attesa per interventi di maggiore complessità a vantaggio anche dei pazienti valbormidesi».
Però si dice, ad esempio, che nella nuova Casa di Comunità troveranno spazio gli infermieri di famiglia e di comunità, che sono figure che già sono attive sul territorio: non è annunciare come vantaggio un servizio che c’è già? Ancora il direttore sociosanitario: «Il numero di tali figure verrà aumentato, in modo che ci sia una presenza all’interno dell’ospedale e contestualmente si prosegua l’attività domiciliare davvero molto apprezzata. Anche qui il discorso è più ampio: con il punto unico di accesso l’utente potrà espletare tutte le procedure, sia amministrative che sanitarie, in un’unica sede. E ci sarà un potenziamento della diagnostica (vedi la nuova tac entro fine anno)». m. ca. —
