In Liguria salta il campo largo Renzi si sfila dopo il veto del M5s

alessandro di matteo
roma
L’allarme al quartier generale di Andrea Orlando era scattato già giovedì nel tardo pomeriggio quando, spiega un parlamentare Pd, «Conte all’improvviso ha detto che non accettava i renziani nella lista “Riformisti”». Le candidature vanno presentate stamattina e il candidato premier del centrosinistra in Liguria si ritrova proprio all’ultimo minuto con una lista in meno nella coalizione. Più di uno, tra i democratici, è convinto che abbia pesato la polemica sul cda Rai, ma l’ex ministro e il Pd erano convinti di essere riusciti a “quadrare il cerchio”: da settimane si era lavorato con pazienza per cercare di superare i veti di M5s e Avs nei confronti di Iv, “colpevole” di avere sostenuto la giunta di Marco Bucci al comune di Genova.
La soluzione sembrava essere la lista “Riformisti”, che avrebbe dovuto raccogliere Iv, Psi e Più Europa, ma senza il simbolo dei renziani. Il leader di Iv inoltre, era stata l’altra richiesta, avrebbe dovuto togliere il sostegno dalla giunta Bucci. Tutte condizioni che, con più di un mal di pancia, erano state accolta da Renzi. Giovedì, però, il nuovo stop di Conte, durante un colloquio con Elly Schlein, e qui le versioni Pd e M5s divergono. Di sicuro, però, Iv si tira fuori. Renzi non accetta il no del leader 5 stelle ai suoi candidati nella lista “Riformisti”, perché «la dignità non vale una poltrona», si sarebbe sfogato con i suoi.
«Nelle ultime ore – ricostruisce la coordinatrice di Iv Raffaella Paita – su pressione dei Cinque stelle ci è stato chiesto di eliminare l’apparentamento o cancellare dalla lista i nomi di alcuni nostri rappresentanti. E per noi non è politicamente serio». Dunque, è l’annuncio, «Italia viva non parteciperà dunque alle elezioni regionali liguri, lasciando ai propri elettori e militanti la piena libertà di voto». Racconto che coincide abbastanza con quello che si raccoglie tra i parlamentari del Pd: «Orlando ha sempre lavorato perché ci fosse una forte componente moderata, e l’obiettivo era stato raggiunto, c’era stato via libera dei 5 stelle della Liguria. Poi…».
Ricostruzione che il M5s contesta: «Conte e Schlein si sono sentiti l’altro giorno, ma lui glielo aveva detto da settimane che per noi Iv era inaccettabile. Nell’ultimo colloquio lo ha solo ribadito». Molti, dal Pd, mugugnano: «Ma come: Iv fa parte della coalizione in Umbria e Emilia Romagna (dove si voterà a novembre, ndr) e non va bene in Liguria? ». La risposta è appunto il “peccato” della giunta Bucci: «Volevano mettere in lista persone che stavano con Bucci – dicono da M5s – abbiamo detto da subito che era inaccettabile. Che facciamo, li ricicliamo nel campo largo?».
Di sicuro, Orlando aveva già firmato l’apparentamento anche con la lista “Riformisti”, che a questo punto non verrà presentata, salvo sviluppi dell’ultim’ora. Riccardo Magi, Più Europa, è sconsolato: «C’è una volontà distruttiva da parte di alcuni, segnatamente del Movimento 5 stelle. Serve un tavolo politico, altrimenti è chiaro che tutto questo si traduce in un attacco alla leadership di Schlein. Di certo, è un atteggiamento irresponsabile, mette a rischio il risultato in Liguria».
Schlein cerca di evitare ulteriori polemiche, dopo quelle sulla Rai, fonti del Pd si limitano a commentare: «Noi abbiamo lavorato per l’unità, per costruire un’alternativa alla gestione di Toti e Bucci». Orlando tenta un ultimo «appello al campo largo e ai suoi dirigenti: una delle parole che sento ripetere quando incontro le persone è: unità». Le trattative sono andate avanti nella notte ma, salvo sorprese, il “campo largo” in Liguria perde un pezzo. —
