«Conte in vantaggio nella guerra M5S ma Grillo ha la soluzione Armageddon»


Antonio Bravetti
La gu erra sul quorum, la sfiducia del garante, l’arma da fine mondo: impugnare, nuovamente, l’elezione di Giuseppe Conte a presidente del Movimento 5 stelle. Beppe Grillo e Conte ammassano armi negli arsenali. Una guerra fredda, di nervi e cavilli. Se ne intende Lorenzo Borrè, l’avvocato noto alle cronache per difeso e reintegrato diversi espulsi dal Movimento 5 stelle. Non solo: ottenne la sospensione della prima elezione di Conte. A sentir lui, nella disputa tra il fondatore e l’attuale presidente, è quest’ultimo ad avere più frecce all’arco. 
Al centro della disputa c’è l’ormai famoso articolo 12 dello statuto, quello che secondo Grillo gli dà facoltà di impedire le modifiche di nome, simbolo e regola del secondo mandato. Secondo Borrè non è così: «Ha ragione Conte quando sostiene che sono senz’altro modificabili. L’interpretazione autentica è un’attribuzione meramente onorifica, che non ha alcuna incidenza, né in fa tto né in diritto. Tant’è che l’assemblea volendo potrebbe anche modificare lo statuto e togliere a Grillo anche quella funzione». C’è poi l’articolo 17 dello statuto, che permette di sfiduciare il garante. Ma non è semplice, perché prevede che il procedimento venga messo in moto dal «comitato di garanzia, con delibera all’unanimità». Difficile che il comitato si muova in questa direzione: ne fanno parte Roberto Fico, Raggi e Laura Bottici. Parallela c’è la sfida del quorum. Grillo potrebbe chiedere di ripetere una votazione e al secondo giro c’è il vincolo di raggiungere il 50% più uno degli iscritti affinché il risultato sia valido. Nei giorni scorsi non è passata inosservata una mail del Movimento che invitava gli “inattivi” a rinnovare l’iscrizione con un clic entro 5 giorni, pena la disattivazione dell’account. Un modo per depotenziare il fondatore. Dalla sua Grillo ha una specie di arma da fine mondo. «Il rischio più esiziale per il nuovo corso – osserva Borrè – è che venga r iesumata l’impugnazione dello statuto del 2021/2022 e, di conserva, l’elezione di Conte, che già una volta è stata congelata da un tribunale. A mio avviso ci sono dei vizi che minano anche la sua seconda e lezione e i lealisti potrebbero utilizzarla come soluzione Armageddon».