Applausi per il leader 5Stelle: “Ci fa perdere voti, lo dicono i sondaggi. Per vincere serve un campo credibile, non largo”

Luca de Carolis

Mentre su Reggio Emilia cala la sera, tra striscioni del Movimento e volontari del Pd in maglietta rossa, l’avvocato si rivolge alla platea da consumato professionista: “Voi vi fidate di Renzi?”. Sale un “no” collettivo. In una scena, Giuseppe Conte alla festa dell’Unità nazionale, in casa di chi il fu rottamatore vorrebbe riaccoglierlo, ma lui invece no, figurarsi ora che ha anche un’assemblea costituente alle porte, con Beppe Grillo che minaccia cause. Appena sceso dal treno da Roma, nel pomeriggio, l’ex premier aveva giurato al Fatto con un sorriso discolo: “Sono qui perché ho risposto a un cortese invito, non caricate questa giornata di troppi significati”.
Ma alla festa dem è andato per mostrare che neanche i militanti disposti a cucinare salsicce per il partito rivogliono l’ex segretario. Il terreno, Conte, se lo prepara in parte da solo, con un sondaggio diffuso dal M5S a ridosso del dibattito, sull’Adnkronos: “Secondo la stima di una delle più importanti aziende di ricerca, la presenza di Italia Viva nella coalizione di centrosinistra porterebbe a una perdita del 2-3 per cento dei voti, determinante ai fini dell’esito finale”. Ma l’assist perfetto glielo regalano i fischi copiosi all’ex premier Paolo Gentiloni, quando dal palco della festa si permette di citare Azione e Italia Viva come partiti “di un’alleanza larga di centrosinistra”. Arrivano buuu, un paio di signore fanno no con il dito. Gentiloni si ferma, il moderatore Gianni Riotta deve prendere atto: “Abbiamo capito che non vi è simpatico Renzi”. Musica per l’avvocato, visto che il dibattito di Gentiloni precedeva proprio il suo, con il candidato alla Regione del Pd Michele De Pascale. Alla festa è accolto dal responsabile organizzazione dem Igor Taruffi. Si chiudono in un ufficio, dove poi li raggiungerà un Gentiloni un po’ stazzonato dopo i fischi. “Le contestazioni? Tutto bene, tutto bene”, assicura. Dopo le 19, il leader del M5S sale sul palco. In platea, i referenti locali Marco Croatti e Gabriele Lanzi gli hanno organizzato il consueto – per l’Emilia – gruppone di sostenitori. Talmente rumorosi che ci scherza perfino Conte: “Ho detto ai parenti di restare a casa”. Si parte dalle dimissioni di Gennaro Sangiuliano, con l’avvocato che racconta di avergli telefonato come “gesto di solidarietà personale”. Ma il punto resta il campo largo. “Io sono stato il premier del governo più progressista del dopoguerra” rivendica. Ma torna sui sondaggi: “Renzi fa perdere voti, non lo dico io ma i cittadini intervistati, i sondaggi. Più che un campo largo serve un campo coeso, credibile”.
De Pascale, che vorrebbe costruire un’alleanza assai larga, ascolta con un po’ di ansia. “L’accordo per le Regionali non è ancora chiuso, dobbiamo ancora parlare di programmi” raccontano i 5Stelle locali. “E Iv?” Le facce si fanno scure. Per questo, quando la direttrice di Qn Agnese Pini gli chiede se vuole Renzi in coalizione, il candidato dem la prende larga, teorizzando che “non si vince con le sommatorie algebriche di partiti, ma con un programma concreto e condiviso”, ma chiudendo: “Le critiche al campo largo sono legittime, ma le classi dirigenti dovranno costruire sintesi”. Tradotto: a tenere dentro i centristi dovremmo provarci. Conte sul finale gli tende la mano: “Nei prossimi giorni gli consegneremo le nostre proposte per un programma condiviso”.
Però al nemico deve sbarrare la porta: “La commissione Covid è un plotone di esecuzione contro di me e nasce da un accordo tra Renzi e Giorgia Meloni”. Applausi. Ci sarebbe anche Grillo. Però l’ex premier non ha voglia di affondare: “Sono dispiaciuto e e sconcertato, perché prova a compromettere un processo costituente”. Conta di più una precisazione: “Non leggete i giornali secondo cui vorrei tornare a Palazzo Chigi”. O certe differenze col Pd. Per esempio sulle armi all’Ucraina: “Nessuno può pensare che Mosca possa essere sconfitta, vogliono costruire uno scenario con i Paesi della Nato contro la Russia”. E Trump, Kamala Harris? Conte urla contro la candidata dem: “Perché ha consentito la copertura politica e militare su quanto successo a Gaza? Se toglierà la copertura al vergognoso governo Netanyahu le batterò le mani”. Saluti