Aggressioni in ospedale infermieri e polizia alleati

luisa barberis
SAVONA
Minacce verbali, ma anche aggressioni fisiche e molestie. Resta alta l’attenzione rispetto agli episodi di violenza in corsia e nel mondo sanitario. Ora a dire basta è l’Ordine delle professioni infermieristiche, che insieme alla Questura di Savona, ha deciso di organizzare una giornata di studi per offrire agli operatori gli strumenti per riconoscere situazioni a rischio, proteggersi e denunciare eventuali episodi. L’appuntamento è in programma il 17 settembre, nella sala convegni del seminario vescovile di Savona.
A fotografare il fenomeno sono i dati degli ultimi anni: nel 2022 le segnalazioni di aggressioni fisiche e verbali arrivate all’Asl di Savona erano state 55, ma i casi erano saliti a una settantina nel 2023. Nel 2024 gli operatori hanno già contato una dozzina di episodi. Nella maggioranza dei casi si tratta di aggressioni verbali, ma negli anni non sono mancati spintoni ed episodi fisici, con conseguenze per gli operatori. «Il trend di oggi sembra leggermente in calo, ma guai ad abbassare l’attenzione – spiega Roberta Rapetti, presidentessa dell’Ordine delle professioni infermieristiche di Savona -: la giornata di formazione nasce proprio per alzare la sensibilità rispetto a un problema, che è stato spesso sottovalutato. Gli ambiti più critici sono il pronto soccorso, tutta l’emergenza-urgenza, le aree psichiatriche, le cure domiciliari, ma le minacce verbali avvengono anche in altre sedi. Crediamo che molti di questi episodi violenti possano essere evitabili, ma per farlo bisogna conoscere e saper intercettare i campanelli di allarme, prima che sfocino in aggressioni vere e proprie. Per questo motivo riteniamo doveroso intraprendere strategie per prevedere e prevenire». Da tempo Regione e Asl, attraverso il servizio di prevenzione e protezione hanno intrapreso già azioni per contrastare la violenza (in pronto soccorso sono stati affissi cartelli in 11 lingue e in Asl sono continui i corsi di formazione), visto che troppo spesso la casistica racconta di come medici e personale sanitario non riescano a esercitare il proprio ruolo, ma finiscano nel mirino dei pazienti o dei loro famigliari. C’è chi alza la voce, chi arriva ad alzare le mani, riversando stress, rabbia e preoccupazioni su chi invece ha bisogno di serenità e concentrazione per curare le persone. «L’Ordine delle professioni infermieristiche ha deciso di proseguire il lavoro, insieme al questore Alessandra Simone che si è mostrata estremamente sensibile al tema», continua Rapetti. —
