Conte sfida Grillo sulla costituente M5S “Pronti a cambiare simbolo e regole “

Roma
C’è poco da nascondere sotto il tappeto, ormai. Tra Beppe Grillo e Giuseppe Conte ci sono «visioni diverse», come ammette pubblicamente lo stesso leader M5S. Preludio a uno scontro sulla Costituente del Movimento 5 stelle, che l’ex premier è deciso ad aprire il 4 ottobre. E nonostante la contrarietà di Grillo, «ovviamente il processo costituente non si fermerà».
l’obiettivo principale è quello di scardinare il tetto di due mandati per i parlamentari. Conte ci ha già provato con le buone, chiedendo senza successo al fondatore e garante, prima delle elezioni politiche del 2022, una deroga che gli permettesse di candidare veterani come Roberto Fico e Paola Taverna. Adesso non sembra voler chiedere più il permesso. «Si avvierà il processo Costituente, che sarà rivoluzionario. Potrà essere modificato lo Statuto, potrà essere integrata anche la Carta dei principi e dei valori. Discuteremo su tutto», avverte. E per superare le prevedibili resistenze di Grillo, il leader ha deciso che verrà messo tutto nelle mani degli iscritti. Conte lo dice con una certa durezza: «Grillo è fondatore e attualmente Garante, nessuno gli toglie questo ruolo, ma adesso non conta Grillo, non conta Conte, contano gli iscritti e i simpatizzanti che rilanceranno il Movimento». I “simpatizzanti” potranno partecipare alla discussione e fare delle proposte, ma saranno solo i tesserati grillini a poterle votare. E le tante proposte, prima di essere messe al voto, verranno selezionate da «300 partecipanti rappresentativi della base», sorteggiati secondo dei criteri «precisi e restrittivi che sono ancora in fase di studio», fanno sapere dal partito. Il processo di confronto e di elaborazione delle proposte, come deciso ieri dal Consiglio nazionale del partito, verrà gestito non dai vertici politici, ma da una società esterna, “Avventura urbana”, che da anni collabora con enti pubblici e privati su progetti partecipativi. A quel punto, Grillo si troverebbe eventualmente costretto a opporsi alle decisioni degli attivisti: l’antitesi del grillismo delle origini. Conte prova a metterlo alle strette, e i fedelissimi del leader che vedono avvicinarsi una guerra tra i due adesso temono – anzi, lo danno quasi per scontato – che il fondatore e garante tornerà a parlare con più frequenza, cannoneggiando contro l’ex premier, a colpi di post sul suo blog e di video dalla spiaggia di Marina di Bibbona, in Toscana.
In ballo non ci sarà solo il doppio mandato, ma anche il simbolo, le regole delle origini. Persino le alleanze, nonostante la strada verso le prossime regionali appaia già tracciata. Il Movimento dovrebbe appoggiare l’ex ministro Dem Andrea Orlando in Liguria, se come sembra sarà lui il candidato, e Michele De Pascale in Emilia Romagna. Dovrebbe sostenere anche il bis di Eugenio Giani in Toscana. Tutti candidati del Pd. Questione che potrebbe portare a pretendere un Cinque stelle per la Campania e la Puglia, dove i governatori uscenti, De Luca ed Emiliano, non potranno ripresentarsi. Conte ne vuole approfittare. Magari, candidando proprio uno dei suoi veterani. Fed. Cap.—
