Rigassificatore, esposto alla Corte dei conti

silvia campese
savona
Il progetto del rigassificatore finisce in Procura, alla Corte dei conti di Genova.
Un gruppo di cittadini, aderenti al comitato “Fermiamo il mostro”, ha presentato un esposto per “potenziale danno erariale”. Chiedendo all’organo ligure dei conti di verificare se abbia senso, sotto il mero profilo economico, investire una tale somma – si stima 800 milioni di euro- per il trasferimento dell’impianto Snam da Piombino a Savona.
Il tutto, si precisa nel testo, senza che la società e la collettività ottengano alcun beneficio dall’operazione. Anzi, le ingenti spese del trasferimento ricadranno indirettamente sulle bollette dei cittadini.
La battaglia contro il rigassificatore continua. Non solo con le manifestazioni di piazza, come la catena umana. Si lavora anche sul fronte legale. L’ultima azione è quella di un gruppo di cittadini che ha depositato alla Procura della Corte dei conti di Genova un esposto “per potenziale danno erariale nei confronti dell’amministrazione dello Stato Italiano. Secondo i firmatari, si andrebbero a duplicare le opere di collegamento della nave-rigassificatore Italis Lng (ex Golar Tundra) alla rete nazionale gasdotti.
L’esposto parte dalla constatazione di quello che c’è già a Piombino: la nave Snam in porto e le infrastrutture per l’allacciamento alla Rete Gasdotti, a circa 9 metri dall’ormeggio.
Il nuovo progetto prevede il trasferimento della nave con ormeggio “offshore”, quindi in mare aperto, a meno di tre chilometri dalla costa di Savona e Vado. Nell’esposto vengono elencate le opere che dovranno essere realizzate: dall’impianto di filtraggio ai tratti di condotta sottomarina (4,4 chilometri), all’allacciamento con l’impianto detto Alto Tirreno (2,7 chilometri) e, infine, con la rete nazionale (23,8 chilometri). Nell’esposto seguono i conti: «Si stima – si legge – un investimento per l’impianto di Vado pari a 800 milioni di euro, di cui 154 milioni a carico dello Stato».
Da qui, le considerazioni finali.
«Tale spostamento – si legge- è stato più volte dichiarato da Snam non utile. Eni spa ha espresso forti preoccupazioni per i maggiori costi da sostenere. Si chiede pertanto alla Procura di verificare se la realizzazione del progetto di spostamento di tale impianto industriale non si configuri come spreco di denaro pubblico e danno erariale in quanto non nell’interesse della comunità, ma solo di alcuni soggetti economici e politici».
Spetterà, ora, alla Procura della Corte dei conti valutare se l’esposto sia fondato o se non ci siano i presupposti per ipotizzare il danno erariale.
Intanto prosegue anche la battaglia politica dei sindaci locali, contrari al trasferimento dell’impianto. E si attende di sapere quali decisioni assumerà il Governo rispetto alla nomina o meno di un nuovo commissario dopo l’rresto del presidente della Regione e commissario Giovanni Toti. —
