M5s, Conte tira dritto sulla costituente

ROMA
Indietro non si torna. E’ questo il leit motiv che circola in casa M5s dopo lo scambio di lettere fra Beppe Grillo e Giuseppe Conte. Il tema rimane quello della «forma partito» o, per meglio dire, dei processi decisionali che andranno a regolarne la vita a partire dall’assemblea nazionale.
L’appuntamento è per il 4 ottobre con due o tre giorni che promettono di imprimere una «sterzata» alla storia del Movimento 5 Stelle. L’assemblea a cui sta lavorando Conte assieme allo stato maggiore del M5s si pone l’obiettivo ambizioso di prendere i valori fondativi del Movimento e farne un trampolino per il futuro: dalla democrazia diretta alla democrazia partecipativa, per sintetizzare.
Il tema forte è, infatti, la gestione dei processi collegiali partecipativi che sarà esterna al gruppo dirigente del Movimento 5 Stelle. Si passerà, viene spiegato, dalla democrazia diretta – quella di Grillo e Casaleggio, con i vertici che fissano i temi su cui chiamare la base a votare – alla democrazia partecipativa, dove la scelta dei temi, la fase istruttoria e l’intero processo decisionale viene affidato alla «comunità del M5s» intesa come iscritti, elettori e simpatizanti, attraverso l’ausilio di una agenzia: un organo indipendente specializzato nella gestione di processi decisioni collegiali.
Dopo la virata verso il centrosinistra comunicata da Matteo Renzi con una intervista al Corsera, intanto, è maretta anche dentro Italia Viva. Alle critiche venute da Luigi Marattin, che da tempo ha annunciato una sua possibile candidatura alla guida del partito, si sono aggiunte ieri quelle di oltre un centinaio di dirigenti locali del partito che hanno sottoscritto una lettera per chiedere all’assemblea di convocare entro l’anno un congresso «aperto e democratico» per decidere la linea politica. Promotore del documento Filippo Campiotti, presidente di Iv della città metropolitana di Milano. R. R.