“Sanità, le fughe costano 70 milioni Case di comunità in grave ritardo”

il caso
Alessandro Palmesino
L’ok al bilancio, pur con riserva, è arrivato anche quest’anno, ma non senza critiche. Soprattutto sul tema della sanità, e questa volta la bacchettata arriva anche sulle nascenti Case di comunità, la cui realizzazione (finanziata con il Pnrr) risulta essere in «allarmante ritardo».
Alla cerimonia del giudizio di parificazione del rendiconto generale della Regione da parte della Corte dei conti (per quello che riguarda il 2023), il refrain non cambia: la relatrice della sezione Elisabetta Conte ha registrato un risultato di gestione positivo per 87 milioni (la metà dei 170 dell’anno precedente) che però, a fronte di spese e accantonamenti obbligatori, si trasforma in un disavanzo di 72,5 milioni.
La crisi della sanità
Anche se il collegio ha riconosciuto la correttezza contabile dei bilanci regionali, anche quest’anno tanto la relatrice quanto il procuratore Roberto Leoni hanno sottolineato inefficienze e costi fuori norma nel servizio sanitario regionale, che da solo rappresenta quasi l’80 per cento del bilancio complessivo. Il “buco” del comparto è lievitato a 75 milioni, notizia attesa e ieri certificata. Ma non c’è solo questo. Uno dei nuovi allarmi è sulle 32 Case di comunità, finanziate con 44 milioni dal Pnrr e con quasi 7 dalla stessa Regione. «Sedici interventi sono indicati “in esecuzione”, una struttura risulta collaudata e per due sono stati conclusi i lavori. Dodici interventi sono ancora da progettare e uno attende l’affidamento dei lavori», ha detto Conte. Solo la Casa di Valle Arroscia (Imperia) ha una percentuale di avanzamento oltre il 50 per cento, la maggior parte delle altre è sotto il 10 per cento. Pesano sempre più le fughe sanitarie (cioè i liguri che vanno a curarsi fuori regione): quasi 70 milioni di spesa extra, in netto aumento rispetto ai 51,5 del 2022. Il procuratore ha stigmatizzato l’acquisto da parte della Regione di prestazioni sanitarie dai propri stessi dipendenti medici in regime di intramoenia: ovvero, da sanitari che lavorano anche privatamente all’interno delle stesse strutture pubbliche. «Una pratica già censurata dal governo», ha ricordato Leoni. «Suscitano preoccupazione – ha aggiunto – la manifesta inferiorità dell’offerta rispetto alla domanda; l’indice di prestazioni delle liste d’attesa, inferiore al minimo; l’aumento della spesa privata», con la Liguria al quinto posto per costo pro capite in Italia. Il procuratore ha sottolineato che secondo gli indici Istat, la Liguria è balzata al quinto posto in Italia per indice di diseguaglianza sociale.
Il caso Arpal
Una nuova mina per i conti regionali riguarda invece il finanziamento dell’Arpal, l’Agenzia regionale per l’ambiente. I giudici contabili hanno evidenziato l’anomalia per la quale 20 dei 23 milioni di contributi che la Regione dà all’Arpal per il suo funzionamento arrivino da fondi per la sanità. Una consuetudine che risale al 2006, quando la cosa era consentita, ma che è diventata irregolare da norme introdotte nel 2011, le quali esigono che i fondi per la sanità debbano essere destinati esclusivamente a questo comparto. «La Corte costituzionale ha già censurato queste dinamiche», ha scritto il procuratore Leoni, che per questo motivo ha chiesto al collegio (senza tuttavia ottenerlo) il passaggio degli atti alla stessa Corte per sospetto di incostituzionalità, ravvisando addirittura la non parificabilità del rendiconto regionale (cioè la bocciatura del bilancio). Il procuratore non ha escluso di ricorrere contro il “no” del collegio.
Gli altri punti deboli
L’annoso caso della cartolarizzazione degli immobili torna implacabile nelle carte dei magistrati contabili: la vicenda che risale al 2011 non si risolve e la Corte è dovuta tornare a puntualizzare come gli immobili in carico ad Arte si svalutano di anno in anno (4,4 milioni nel solo 2023) mentre l’ente ha un debito di 75 milioni, oltre il doppio del valore del suo patrimonio, con una serie di mutui in scadenza nel 2048 che comporteranno 55 milioni di spese solo per interessi. Situazione che, stigmatizza Leoni, «vede la Regione assumere incomprensibilmente un atteggiamento inerte». Problemi anche con le partecipate: si denuncia una crescita esponenziale delle consulenze esterne (quasi 300 mila euro rispetto ai 170 mila di due anni prima). Faro su Ire, che ha incorporato la moribonda Sviluppo Genova, e che è rimasta in mezzo al contenzioso sull’ospedale Felettino, dove i ricorrenti chiedono un risarcimento di ben 46 milioni di euro. Mentre languono gli interventi attesi su altre società come il Parco tecnologico della Valbormida e Ligurcapital.
la replica di Piana
Il presidente ad interim della Regione, Alessandro Piana, nella sua breve replica ha parlato di un giudizio «sostanzialmente positivo», ricordando il rispetto «dei limiti dell’indebitamento, pur finanziando opere pubbliche sul territorio per oltre 100 milioni», con un «miglioramento nella capacità di pagamento e di riscossione» rispetto al 2022 in un quadro economico regionale «in crescita». Sul tema dell’Arpal, Piana ha ribadito di «prendere atto» dei rilievi della Corte. Il presidente ad interim non ha voluto rilasciare alcun commento ulteriore. —
